NAPOLI – Massimiliano Zurawski, detto Maxi, 27 anni, conosce Lavezzi sin dai tempi in cui l’inchiostro non ne aveva intriso la pelle, la barba era una peluria accennata sul viso e in pochi, pochissimi lo chiamavano Pocho. L’ex compagno di squadra racconta al Mattino i primi passi della carriera di Ezequiel. L’idolo di Napoli venne in Italia per un provino quando aveva 17 anni, ma dovette andar via. La storia di un’amicizia e di due carriere parallele.
Maximiliano Zurawski detto Maxi, 27 anni compiuti a febbraio e la fascia di capitano dell’Arocena F.C. sul braccio sinistro, lo conosce sin da quando i tatuaggi erano appena due e per la gente era più che altro Ivàn. Sì, Maxi conosce Lavezzi sin dai tempi in cui l’inchiostro non ne aveva intriso la pelle, la barba era una peluria accennata sul viso e in pochi, pochissimi lo chiamavano Pocho.
Il Pocho di Napoli e della Seleccion non era ancora esploso, e la vita era più che altro una galleria di sacrifici, sogni e pizze divorate nel bel mezzo della notte di Fermo: «Nel 2002 io ed Ezequiel siamo venuti in Italia: provammo per la Fermana, il Pescara e la Ternana, ma alla fine per una questione burocratica rientrammo in Argentina. A Rosario».
Dove il destino li divise. E qui cominciò la saga del Pocho. E allora, la storia di un’amicizia e di due carriere parallele. Nate insieme, separate ma legate dal filo dei ricordi.
Fonte: Ilmattino.it
La Redazione
S.D.
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