C’era una volta l’Unione Sovietica, ovvero una confederazione di stati che si estendeva dal centro Europa e dal Baltico fino allo stretto di Bering. Sorta il 30 dicembre 1922 sulle ceneri del vecchio Impero zarista, e sciolta ufficialmente il 26 dicembre 1991. Quindici stati sotto il governo del Partito comunista dell’Unione Sovietica. Quindici stati che oggi hanno loro formazioni nei tornei internazionali e che, un tempo, giocavano nel campionato Urss. Tra questi, appunto, l’Ucraina del Dnipro.
«L’avventura nelle coppe è finita, la Torpedo è troppo forte. Pensiamo al campionato». Così Luis Vinicio archiviò il primo confronto ufficiale tra il Napoli e una squadra dell’ex Unione Sovietica. Dichiarazione targata 1 ottobre 1975, ritorno primo turno di coppa Uefa, quando il Napoli pareggiò 1-1 con la Torpedo dopo aver perso 4-1 a Mosca. Filatov ad infrangere definitivamente il sogno azzurro. Braglia per il pareggio. Prima della partita soliti assalti ai botteghini dei senza biglietto. Uno spettatore e un funzionario del Napoli in ospedale. La società pensò ad ingaggiare la polizia privata con uso di armi per un problema che era diventato una vera e propria piaga sociale. Secondo confronto il 27 settembre del 1978, tre anni dopo. Di fronte i georgiani della Dinamo Tblisi con i quali il Napoli pareggia 1-1 (Daraselija e Savoldi). Non cambia chi passa il turno, gli ex sovietici forti del 2-0 conseguito all’andata. Settanta minuti di assalti sterili senza concretizzare con alcun tiro pericoloso in porta. Decisiva anche la prestanza fisica dei difensori georgiani che superano di almeno 10-15 centimetri i vari Filippi, Savoldi, Majo, Nuccio. Il gol azzurro di Savoldi su rigore e dopo l’eliminazione anche la beffa: lussazione al dito per Castellini nel finale di match e partita di campionato saltata.
Terzo match contro squadre ex sovietiche il 30 settembre 1982. È ancora la Dinamo Tblisi ad incrociare il destino degli azzurri. Questa volta il gol di Dal Fiume (1-0 su gran botta di Diaz su punizione) vale la qualificazione al secondo turno e ribalta il 2-1 patito all’andata. È il Napoli di Giacomini in panchina con Krol, Diaz e Pellegrini. Castellini protagonista con due parate su punizione nel finale. Quarto confronto diretto tra il Napoli ed una squadra ex sovietica il 24 settembre 1990 contro lo Spartak Mosca nell’andata degli ottavi di Coppa Campioni. Maradona al San Paolo predica nel deserto e finisce 0-0. Al ritorno i rigori premieranno lo Spartak. E la partita rappresenterà anche al capolinea della storia europea del Pibe. Arrivò in ritardo a Mosca in polemica con la società. Ma la sua stella brillò anche sulla piazza Rossa blindata di notte ed aperta soltanto per lui alla vigilia della partita. Giocò il secondo tempo ma non servì ad evitare l’eliminazione. L’ultimo precedente contro una squadra dell’ex galassia Urss il 13 settembre 1994 contro lo Skonto Riga, rappresentante della Lettonia ormai indipendente dal 1991. Finì 2-0 per gli azzurri con una doppietta di Carbone. Benny fece il fenomeno: colpi di tacco e magie degne del miglior Maradona.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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