Re per una notte: e in quel primato (momentaneo) che brilla in un San Paolo già stordito, c’è l’umiltà d’una squadra che s’erge a petto in fuori e sfida le difficoltà (im)prevedibili d’una sfida maschia. Napoli 2, Atalanta 0: perché quando il gioco è cominciato a farsi duro, la capolista s’è messa a danzare, gettando via l’ancora, aggrappandosi ad Higuain e Callejon, i soliti noti, e mostrando la propria forza.
RIVOLUZIONE – Mica semplice, perché i segni d’un rimescolamento annunciato (sei volti nuovi rispetto all’ultima di Verona) il Napoli riesce a nasconderli con un avvio straripante, tutta pressione altissima e palleggio e una infinità di «seconde palle» che consentono di ripartire e di lasciare l’Atalanta ingabbiata nella propria area. La partenza-lampo è rappresentata da uno Dzemaili ispirato (4’: non trova la porta; 6’: sinistro strozzato) e prima che Denis riesca a respirare con la compagnia servono dodici minuti. La scelta di Colantuono mira al cuore del Napoli, inaridisce la verticalizzazione con l’assembramento centrale e i nove (9) uomini al di qua della linea del pallone vanno ad occupare gli spazi nei quali Benitez non riesce a trovare i movimenti senza palla. Il copione impone al Napoli di far la partita e la sceneggiatura è rispettata: Pandev (13′) viene liberato da Insigne, ha il destro buono per l’angolo, dove però arriva Consigli.
DIFFICOLTA’ – La freschezza aiuta in quel «pronti, via», ma quando il sudore comincia a scorrere sulla fronte e la scalata del bunker è divenuta fatica autentica, il Napoli smarrisce alcuni concetti, si ritrova con qualche tossina (pure in testa) e (25’) annusa puzza di bruciato sulla punizione di Cigarini sulla quale c’è Reina. Mischione: Insigne a sinistra, Mertens a destra, centrocampo da snellire o (addirittura) da scavalcare e Colantuono che rifiata, pure lui, dalla panchina. E’ una partita che sta mutando pelle e che improvvisamente trova insospettabili equilibri e diviene più sopportabile pure per Baselli, uscito dal guscio della umanissima emozione e autorevole nel mostrare la spigliatezza, la capacità di andare a chiudere le diagonali di passaggio e poi di ripartire. Mica male, il giovanotto.
SCOSSA – Sembra (piuttosto) smarritosi il primo Napoli di Benitez, quello che tra il Bologna e il Chievo ha prodotto occasioni in quantità industriali: resta il ti-tic, ti-tac, ma su ritmi accettabili e dunque governabili da chi difende, e però privato dalle profondità letali. La prima delle quali, all’alba della ripresa è sciupata da Insigne. Il contrordine di Colantuono, organizzato ma mai rinunciatario, è di ripartire in fretta e (2′) Denis chiede a Reina il meglio di sé: volo elegante, smanacciata decisiva. Il divertimento viene garantito – inevitabilmente – con le squadre allungate: Cannavaro chiude su Denis, Dzemaili «sente» Insigne, un tocco e vai per Higuain (4′) con sinistro ch’è solo un’illusione.
ASSEDIO – Ma intanto qualcosa è cambiato, Inler s’è messo a giocare più palloni, il Napoli ha ritrovato le distanze, l’Atalanta è andata sgonfiandosi, la sorte (13′) s’è «divertita» su un duetto Pandev e Higuain, sporcato da Raimondi vicinissimo all’autorete. Però bisogna intervenire: Benitez infila un esterno per un altro e trova la svolta (Callejon dentro e Mertens fuori), Colantuono provvede a sistemare tra le linee quel diavoletto di Moralez (per Bonaventura) e si ingolfa. Ma quando poi entra Hamsik la capacità di correre in avanti del Napoli va sviluppandosi e, sarà un caso ma non lo è, tutto accade sulla dorsale che lo slovacco costruisce con Insigne e rifinisce con Higuain, capace di dar valore ad una spalla sporcata da un rimpallo: il destro è chirurgico, un bisturi ch’entra nell’angolo lontano. E’ la serata del pipita, d’incanto, agevolata da una sciocchezza di Cigarini (piede a martello, secondo inevitabile giallo): 31′, tutto molto bello, stop a seguire, il sinistro e l’opposizione di Consigli. E’ un altro match, è un altro Napoli, che ricama e dilaga: Dzemaili stavolta ci va di lusso, di tacco, e sistema Callejon per il 2-0. La notte è d’un azzurro intenso…
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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