NAPOLI – Attaccati. Però all’attacco. E’ così in quella posizione, è così quando la classifica è corta. I numeri sempre più, e prima, delle sensazioni. Freddi, freddissimi, eppure stavolta anche caldi. Dicono tutto. Certificano le ansie e danno calore alle speranze. E’ tutto lì, la zona nobile della A. Quella di chi comunque sogna. Che sia lo scudetto o l’Europa. La classifica per cominciare, poi tutto il resto. La Juve è scappata avanti, in fuga, (ir)rangiungibile pare. Dietro, la Roma. Forte, convincente, seconda insomma, e non è un titolo platonico: da là si va dritti in Champions. E sono soldi (25 milioni, euro più euro meno) e gloria. E anche qualche giorno in più di vacanze d’estate per i calciatori. Cose che contano, nell’anno del mondiale.
E allora, ricapitolando: Juve 55, Roma 47, dopo il Napoli, quattro punti più giù e anche, contemporaneamente, tre su. Essì perché il posto è scomodo, ed è tanto a rischio quanto ambizioso. C’è tutto, stando lì. L’incertezza d’essere attaccati dalla Fiorentina quarta, ma pure l’adrenalina dell’attacco ai giallorossi. Stato d’animo contorto, ancor più dopo il pareggio di Bologna.
RIVALI – L’autocritica per gli errori commessi e il rimpianto per una vittoria ormai afferrata e soltanto da tenere stretta. E invece pari. Un punto solo. E quindi due in meno di tutte le altre che hanno vinto. La Juve è fuggita, la Roma ha allungato, la Fiorentina s’è rifatta sotto. S’è avvicinata e ora spera. Mette un po’ di patemi. E’ la serie A, bellezza. Il campionato più equilibrato che c’è. Forse non il più spettacolore, di sicuro il più complicato. Ovunque, e contro chiunque, puoi penare e perdere punti. Una benedetta domenica ti entusiasmi; un’altra, calcisticamente maledetta, ti rimetti a fare i conti. Costretto.
PROGETTO – La Champions l’oro del Napoli e di chiunque la giochi. Vabbè lo scudetto. Poi però c’è la concretezza del calcio oggi e la necessità di stare tra le grandi, là dove i ricavi si gonfiano e c’è la garanzia di poter dare ulteriore slancio al progetto. Attaccati dalla Fiorentina e all’attacco della Roma. Il Napoli tra color che son sospesi. Un paradiso infernale. Terzo in classifica, da preliminari Champions. Per ora. Fiero di quanto fatto, eppure preoccupato. L’analisi di Benitez un distillato di lucidità. «Stiamo facendo un grande campionato, mica potevamo immaginare che Roma e Juve andassero così forte…». Giusto. Però ci vanno.
RIMONTA – E da dietro, forte, pur se ammaccata per gli incidenti a Pepito Rossi e Gomez, arriva anche la Fiorentina. Quarantatré punti in venti giornate di campionato. Quattro dalla certezza di finire di nuovo, e direttamente, nei gironi di Nyon; tre dallo stress di chi alle spalle sa che c’è chi prova a prenderti e soprattutto prendersi il tuo posto. Tutti là ammassati: pochi punti, tante riflessoni. Il mercato, la condizione atletica, gli infortunati, gli equilibri tattici e di spogliatoio, il trend dei risultati e l’analisi del momento.
CALENDARIO – Tutto è discutibile, e per tutti. Eccetto il calendario. Quello è sicuro. Con date e luoghi precisi, e sta col Napoli, tifa azzurro. Scontri diretti ravvicinati ed entrambi al San Paolo. Il ritorno è anche un triangolare Champions a Fuorigrotta. Nove marzo 2014, Napoli-Roma. Il 24 ospite la Fiorentina. Di fatto due partite di fila in casa, col Torino di Ventura in mezzo. Tutto al San Paolo. Tutto o almeno tanto, la voglia di puntare al secondo posto e la necessità di blindare il terzo. Quindici giorni probabilmente decisivi. Due partite di quelle in cui i punti valgono davvero doppio, più di tutte le altre volte che comunque non puoi sbagliare. Si gioca a Fuorigrotta. E lì l’urlo, Benitez, Higuain e i sessantamila sono Champions.
Fonte: Corriere dello Sport
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