Tutto cominciò quel pomeriggio di settembre del 2001, quando Walter Mazzarri lasciò le giovanili del Bologna per accettare la sua prima vera panchina. All’Acireale, in serie C2. A lanciarlo Antonino Pulvirenti, proprietario della WindJet, compagnia aerea di voli low cost, allora patron del club siciliano e ora presidente del Catania.
Immaginava di avere davanti uno dei tecnici italiani più bravi?
«Sì. Mi colpì molto la sua tenacia e la sua capacità di rispettare i ruoli. Fin dal primo momento ho capito che lui nel calcio era un predestinato. Mazzarri è uno che i piedi in testa non se li fa mettere da nessuno. Neppure dal suo presidente. Non è uno che dice di sì per far contento il proprio club. E sa bene anche fino a quando può spingersi nelle pretese e nelle richieste».
Perché durò solo una stagione l’avventura con lui?
«In realtà aveva con noi un contratto di altri due anni. Ma mi chiese di andar via perché lo chiamò la Pistoiese. Sinceramente non gli avrei mai fatto il torto di tenerlo in Sicilia controvoglia».
Quale la caratteristica che ancora si ricorda?
«Lui ha una capacità unica di creare con i giocatori un rapporto esclusivo. Quasi un tutt’uno. Ma senza diventarne amico o confidente. C’è una simbiosi è eccellente. Come con la società».
Ora è in una specie di silenzio-stampa.
«Vuol dire che gli hanno criticato qualche giocatore. Guai a farlo, con Mazzarri si rischia grosso».
Nel Catania lei è circondato da napoletani?
«Sì, il mio allenatore e Pietro Lo Monaco. E di entrambi sono entusiasta».
Partiamo da Montella: complimenti per il coraggio.
«Quando abbiamo rotto con Simeone è stato subito la nostra prima scelta. A me è piaciuto subito. Proprio come Mazzarri. E i risultati del Catania lo confermano».
Con Lo Monaco c’è un lungo feeling?
«Il vero presidente è lui: lavoriamo insieme da dieci anni. Ogni scelta è la sua. Compresa quella di realizzare il centro sportivo a Torre del Grifo, il nostro fiore all’occhiello. Abbiamo comprato un paio di giocatori in meno e abbiamo investito in questa struttura».
Anche De Laurentiis sogna un centro simile.
«E Aurelio lo realizzerà. E non avrà bisogno neppure di risparmiare nella campagna acquisti».
Come finisce domani?
«Spero che gli azzurri vincano 36 partite all’anno. Tranne due, anche perché mi diverto a rovinare la giornata a parecchiamici, a cominciare dal mio sarto, Gianni Marigliano».
Il Napoli può vincere lo scudetto?
«Da siciliano e meridionale faccio un tifoso da pazzi per il Napoli. È l’orgoglio del Sud: quel qualcosa in più che hanno Milan, Juventus e Inter è colmato dalla bravura di Mazzarri».
Certo, poteva dare Maxi Lopez.
«Non lo hanno mai veramente voluto, solo una chiacchierata».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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