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Psv travolgente, Napoli che choc

Il Napoli 2 nulla poteva contro l'undici di Advocaat

Che sberle! Il Napoli torna da Eindhoven sconfitto e avvilito. Mai in Europa la squadra di Mazzarri aveva subito un ko così netto. D’altro canto il tecnico sapeva bene di esporsi a questo rischio nel momento in cui ha deciso di attuare in coppa un turn over tanto radicale. Perché se è vero che alcuni di quelli mandati in campo ieri possono provare a togliere il posto ai titolari, è anche vero che non tutti sono in grado di partecipare a questo concorso a premi, diversi sono solo delle riserve, utilissime, ma che possono funzionare solo se calati episodicamente nella squadra titolare. L’illusione che una squadra di calcio sia un meccanismo composto da ingranaggi sostituibili è naufragata nella notte olandese. Oggettivamente giocarla così questa coppa non ha senso anche perché pure ieri sera la rappresentanza tifosa era piuttosto nutrita, un migliaio di appassionati animati di grande entusiasmo ma che si sono spenti con il trascorrere dei minuti. Il Psv ha fatto per intero la partita. Ha fatto girare la palla velocemente, ha tenuto inizialmente ritmi piuttosto alti, è puntualmente ripartito in velocità sfruttando il campo in tutta la sua ampiezza. Detto questo, bisogna anche aggiungere che i meriti dei ragazzi di Advocaat guidati in campo da Van Bommel sono stati ingigantiti dalla prestazione imbarazzante del Napoli.

TRAVOLTI – Ci si attendeva una partita, è stato, invece, un lungo assedio che il Napoli ha provveduto a complicarsi regalando banalissimi errori difensivi che hanno consentito agli olandesi di andare a segno due volte in 45 minuti. Ed è andata anche bene perché fatta eccezione per un tiro di Dzemaili ampiamente fuori, il Napoli non si è quasi mai affacciato nella trequarti avversaria. Il fatto è che cambiare una squadra intera può funzionare contro il fragilissimo Aik ma il Psv è, comunque, altra cosa. Advocaat l’ha studiata con attenzione perché avendo davanti una difesa a tre ha pensato bene di allargare molto il campo e le sofferenze sulle corsie (soprattutto a sinistra dove Narsingh ha dominato) sono state subito evidenti tanto è vero che Mazzarri dopo pochissimi minuti ha cercato di correre ai ripari risistemando la linea difensiva con quattro uomini (spostamento laterale di Cannavaro e abbassamento di Dossena). Ma le cose non sono migliorate di molto anche perché in mezzo al campo Dzemaili era in balia delle onde olandesi, Donadel faticava a garantire una protezione accettabile, El Kaddouri rimaneva ai margini della manovra. Quando si perdono tutti i contrasti, quando sulla seconda palla arriva sistematicamente l’avversario, quando i rimpalli non ti sono mai favorevoli, allora vuol dire che sei ancora negli spogliatoi. Alla fine, però, a fare la differenza sono stati gli errori. Di Rosati in occasione del primo gol (non si è capito perché sia uscito al limite dell’area); di Dossena e Donadel sul secondo (andavano a contendere in due un pallone a Narsingh lasciandolo all’olandese e liberandogli la fascia per il cross che trovava con puntualità, dalla parte opposta, Martens). Un vero disastro che confermava alcune cose. El Kaddouri è troppo tenero e incerto per questi livelli; Fernandez fatica ancora a comandare la difesa; Donadel non è ancora tornato sui suoi livelli; Vargas non ha concluso il suo processo di adattamento al calcio europeo; Rosati al primo esame impegnativo ha mostrato diverse incertezze.
SOFFERENZA – Il fatto è che se si inseriscono in una struttura collaudata tre, quattro seconde linee, la situazione può anche funzionare, se, al contrario, stravolgi la struttura affidandoti a giovani inesperti e a giocatori ancora alla ricerca o della condizione migliore o di una dimensione, il risultato non può che essere sconfortante. Come è stato. Diventa a quel punto quasi inutile provare a mutare le cose mettendo dentro gente più collaudata come Cavani, Pandev e Zuniga. Al di là dei gol, il Napoli in quei primi quarantacinque minuti era stato tramortito psicologicamente. E infatti dallo choc la squadra di Mazzarri non si è ripresa. Non l’ha agevolata né l’ingresso in campo del Matador né il ritorno al modulo consueto con la difesa a tre. Anche perché dopo appena sette minuti del secondo tempo Marcelo di testa su angolo battuto da Martens ha provveduto a chiudere definitivamente i giochi. Bruttissima serata che ora bisogna trasformare in campionato in un semplice episodio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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