«Ibrahimovic e Cavani sono compatibili»: ne parla già come di un suo giocatore, Laurent Blanc. Ormai è questione di ore per l’annuncio ufficiale del trasferimento del Matador dal Napoli al Paris Saint German, intanto l’allenatore dei parigini già pensa a come far stare in campo i due campioni.
Ci sono gli ultimi dettaglia da definire, per quello che è certamente uno dei colpi più importanti della campagna dei trasferimenti in tutta Europa. Dopo un mese e mezzo di chiacchiere, offerte, dichiarazioni, interessamenti, trattative, Cavani si appresta a lasciare definitivamente Napoli. Ieri il suo agente, Pierpaolo Triulzi è andato negli uffici della Filmauro per definire la buonuscita e gli ultimi dettagli contrattuali prima di dare il via libera alla cessione del Matador al Paris Saint Germain. È stato un pomeriggio-chiave per chiudere la questione facendo entrare nelle casse di De Laurentiis i 64 milioni che potrebbero servire per mettere a segno un grande colpo di mercato per risollevare il morale dei tifosi napoletani orfani del cannoniere da 104 gol.
Intanto, anche se manca l’ufficialità, Laurent Blanc inizia già a parlare di Cavani. Dal ritiro del Paris Saint-Germain, a Stegersbach in Austria, si sogna l’arrivo del centravanti uruguaiano del Napoli e di un attacco stellare con Ibra, Edi e Lavezzi impegnato a fare impazzire le difese avversarie.
Fino alla settimana scorsa gli osservatori sportivi ritenevano difficile far coabitare il centravanti svedese e il goleador uruguaiano, tanto che si ipotizzava uno scambio di giocatori tra Parigi e Napoli come contropartita tecnica nel caso del trasferimento di Edi alla corte dell’emiro Al Thani. A cose fatte, invece, non sembrano esserci problemi per il tecnico francese che esalta le possibilità a disposizione del Psg con due tipi con quelle caratteristiche in avanti.
«Cavani – spiega Blanc – è un giocatore generoso, che divora gli spazi, con una presenza importantissima sotto porta. Da un punto di vista del profilo, confrontandolo con Ibrahimovic, posso dire che si tratta di giocatori complementari. Ora bisognerà che lo diventino anche nel gioco e nello spirito. Ma dal momento che parliamo di due grandi giocatori, di regola devono capirsi. Magari ci potrà essere, dopo, qualche problema di “ego” da risolvere. Ma la squadra deve venire prima di tutto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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