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Progetto Arena estiva, il Sindaco rilancia: “Mobilitati gli imprenditori”

Ci si muove con passi felpati, ma le falcate sono lunghe, il tempo stringe e serve che la questione dell’arena alla Rotonda Diaz, grande, piccola, media comunque ci sia e prenda corpo rapidamente per dare alla primavera e all’estate il giusto sfogo in termini di eventi. Secondo il Comune c’è la fila e richieste che non si riescono a evadere. Così scatta l’appello agli imprenditori, principali sponsor – non solo finanziari – della fantastica tre giorni di tennis mondiale appena alle spalle che ha dato il la all’idea di avere un palcoscenico al centro del lungomare che senza auto sa di bello e antico, ma rischia senza contenuti un oblio che sarebbe delittuoso e inspiegabile. Proprio quell’arena sembra eccessiva e poco consona al luogo, tuttavia c’è la possibilità di rimpicciolirla e utilizzarla da subito almeno fino a settembre. In attesa di una struttura fissa e armonica di cui Il Mattino ha anticipato i rendering, un anfiteatro soft, incastrato dentro al panorama senza sfregiarne la bellezza. Idee, ipotesi, al netto della Soprintendenza che deve dare il suo assenso o il diniego. Dovrebbero essere pareri – quelli della Soprintendenza – illuminati e tesi alla gestione migliore possibile del territorio a leggi vigenti. Sembrano invece sentenze insindacabili, inappellabili come quella che lascia ancora al buio la piazza simbolo del Plebiscito. Una partita apertissima e faticosa che come sempre rischia di finire ai tempi supplementari. Ed è questo il rischio, i tempi lunghi che frenano, e non poco, chi intende scommettere su Napoli.
Argomento caldo, caldissimo, al quale tiene molto il sindaco Luigi de Magistris che – a sorpresa – racconta di avere parlato anche con Aurelio De Laurentiis della questione e dice che il patron sarebbe entusiasta nel sostenerla. Dunque, sì all’idea di mantenere l’Arena del Tennis sul lungomare, magari riveduta e corretta, fino a settembre per poi lasciare spazio a un’area stabile da destinare a musica, eventi culturali, teatro da realizzare tra il Circolo del tennis e la Rotonda Diaz. Questa è l’idea del sindaco. Nei giorni scorsi, da più parti, è stata lanciata la proposta relativa al mantenimento dell’impianto. Tra questi Giovanni Malagò, presidente del Coni. «Credo – racconta de Magistris – che l’Arena potrebbe restare fino a settembre, ma serve, già dalle prossime ore, la mobilitazione anche degli imprenditori per chiedere un incontro urgente al Soprintendente Giorgio Cozzolino». L’idea stuzzica De Laurentiis, del resto il patron in passato ha tirato fuori molte iniziative infrantesi sempre contro il muro del no della Soprintendenza. «Il presidente – spiega de Magistris – è entusiasta ed è pronto a fare la sua parte e a contribuire. Quell’arena potrebbe restare fino a settembre in attesa della riqualificazione del lungomare dove quello spazio sarà occupato da una struttura stanziale meno impattante dedicata agli eventi culturali. Oggi abbiamo così tante richieste che non sappiamo dove collocarle, Napoli è al centro di tante attenzioni. E l’area del tennis è una location staordinaria e ammaliante per pochi mesi potrebbe restare. Terrei l’Arena per giocare e divertirci tutta l’estate e poi, nell’ambito della riqualificazione del lungomare, bisogna pensare a un’area stabile per eventi culturali, sportivi, musicali».
Raccoglieranno gli imprenditori l’invito del sindaco? Si può dire che effettivamente gli industriali napoletani e non solo ci stanno e nel recente passato hanno battuto anche parecchi colpi. Basta pensare alla mobilitazione per far disputare la Coppa America di vela per ben due anni, proprio nello specchio acqueo in cui si specchia via Caracciolo. Centinaia di migliaia di persone e di turisti che hanno rilanciato grazie a una copertura mediatica mondiale Napoli in tutto il globo e lasciato dalle nostre parti euro, dollari, sterline, jen e tutte le monete dei continenti. Poi però cosa è rimasto? Che gli artefici di quella impresa sono finiti tutti sotto inchiesta, addirittura anche il presidente degli industriali che aveva messo a disposizione l’intera struttura di Palazzo Partanna. Quella esperienza che si è rivelata dal retrogusto amaro quanto potrebbe pesare sulla volontà di fare impresa? Un punto di domanda che si spera possa avere una risposta positiva.

Fonte: Il Mattino

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