“La frase di CR7? E’ giovane, forte e ricco: può anche non credere al virus, sarebbe da riderci se non fosse drammatica la situazione. Queste persone che hanno tutto questo seguito non dovrebbero creare ulteriore questo caos”. Dai microfoni di Radio Punto Nuovo, il l professor Massimo Galli, direttore malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, replica al fuoriclasse della Juve che ieri aveva scritto su Instagram che “il tampone è una str…”.
“Nelle aree metropolitane di Napoli e Milano stiamo messi male -. dice ancora Galli -: si deve esser preparati ad interventi più radicali. Non ho nessun piacere nel dirlo, ma ho apprezzato la decisione e il coraggio con cui il Governatore della Campania ha preso decisioni che, più o meno, ci saranno in tutte le altre parti. Credo che siano posizioni prese sui dati del Cts: quando si prendono certe decisioni, non si prendono pensando di prendere consenso, ma di perdere consenso. I provvedimenti impopolari implicano coraggio”.
Ma, in queste condizioni, c’è il rischio che il campionato di calcio possa non finire? Bisognerebbe creare una ‘bolla’ come ha fatto la Nba? “La creazione di bolle per le aree sottoposte al lockdown potrebbe creare un provvedimento che consenta di continuare a far giocare Napoli, Inter e Milan – risponde Galli -: può essere una bolla di tre settimane, anche di un mese, non fino al termine della stagione. Il tampone rapido nel protocollo Figc? Ottima introduzione, con uno strumento in più oltre il tampone. Sapere delle cose prima ti consente di intervenire prima e il tampone rapido ti consente anche maggiore incidenza”. Una
considerazione sul gran numero di asintomatici. “Asintomatici? Nella grande epidemia di marzo, abbiamo fatto il test solo ai malati gravi – spiega l’infettivologo – e avevamo in proporzione tantissimi morti. Questa è una malattia grave solo nel 5% di quelli che colpisce, moderata nel 30-40%: quando c’è molta infezione in giro, ovvio che il 5% ha maggiore probabilità di verificarsi”.
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