Si chiama background service. È l’analisi che i magistrati napoletani che indagano – coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo – sui contratti di 50 calciatori, 41 società e 12 procuratori (tre sono al momento indagati: Alessandro Moggi, Alejandro Mazzoni e Leo Rodriguez) hanno chiesto alla PricewaterhouseCoopers, prestigiosa società di revisione dei conti con sedi in tutto il mondo. Esiste all’interno di Pwc una sezione che si chiama «Forensic Services» e, come si legge nel sito del gruppo, è formata da trecento professionisti che si occupano di «servizi di tipo finanziario, contabile e statistico a supporto di verifiche amministrativo-contabili, accertamenti di sospette irregolarità contabili, frodi o malversazioni, azioni di responsabilità, contenziosi, procedure fallimentari, arbitrati internazionali ed extragiudiziali, tutela delle proprietà intellettuali». Peraltro Pwc redige ogni anno con la Figc il Report sullo stato di salute del calcio italiano.
Dell’inchiesta della Procura di Napoli hanno parlato anche i presidenti di serie A, riuniti ieri a Milano. Tra le società che hanno ricevuto la visita dei finanzieri c’è il Napoli (in corso accertamenti su undici giocatori che hanno indossato la maglia azzurra, soprattutto sudamericani). Ha detto il presidente De Laurentiis: «Come commento le recenti inchieste? Sono stati richiesti una serie di documenti, non c’è nessuna conoscenza del fatto in sé per sé. Per adesso comunque hanno acquisito la documentazione, fra un po’ vedremo. Se si fa chiarezza sarò l’uomo più felice del mondo»
Fonte: Il Mattino.
La Redazione.
D.G.
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