Fatta, quasi fatta. Perché poi qualche dubbio resta, c’è sempre. Come il tempo per riflettere, valutare, confrontarsi fino all’ultimo. Un’idea però c’è già. Una bozza di formazione, la prima di stagione, quella del debutto, che non è mai una partita come le altre. Non potrebbe: soprattutto stavolta. Che è davvero un altro Napoli: tutto nuovo o quasi. L’allenatore. I sette acquisti. E il modulo, la preparazione, l’approccio. E le aspettative: cresciute
IL BALLOTTAGGIO – E allora le scelte. Da comunicare più che fare. Perché Benitez ha le sue certezze. Una squadra in testa. Un’identità che sembra destinata a rimanere. Pure se poi si giocherà ogni tre giorni, e il turn over più che un vezzo, una filosofia, diventerà un’esigenza. Per ora sono però questi. Almeno, pare. Con un dubbio solo, un unico ballottaggio. Che ha comunque un favorito: Goran Pandev. Lui più di Insigne, gerarchie del momento. L’influenza, gli allenamenti saltati giovedì e la sensazione (data a Benitez) d’essere forse un po’ scarico. Anche se in ripresa e con la voglia di andare in campo. Prendersi il San Paolo. Cresce Insigne. Però c’è Pandev. Così pare, così dovrebbe. Almeno fino a formazione ufficiale contraria. Quando Rafa farà le scelte definitive. E potrebbe anche sorprendere. Pandev a sinistra insomma. Pandev e non Mertens. Pandev che è tutto in questo Napoli: il jolly, il multiuso d’attacco, l’uomo per tutti i ruoli. Alternativo ad Hamsik, vice Higuain, utile a destra e ora pronto anche per l’altra fascia. Pandev ovunque. Dove serve, gioca. Centravanti d’emergenza e pure nei tre alle spalle di Higuain. Lui sì titolare, il Pipita. Titolarissimo. Perchè è cambiato l’allenatore, mica il vocabolario. E non c’è espressione migliore per chi sarà sempre o quasi là davanti, in area. Per far gol. Higuain il 9, Pandev un passo dietro a sinistra, Callejon opposto, Hamsik in mezzo: l’elastico, quello che sulla lavagnetta ha tutte le quattro frecce accese. Lo slovacco dovrà inserirsi, allargarsi, abbassarsi per giocare la palla. Dovrà far tutto. E’ l’uomo in più di centrocampo e il primo a buttarsi dentro. Tempi e spazio, l’evoluzione continua del calcio di Marek.
IL DEBUTTO – Sarà il primo Napoli di stagione. E perciò ancora, e anche, un po’ l’ultimo, l’erede di quello passato, il successore con tutte le virtù e qualche colpa da espiare. Armero e Dzemaili sono squalificati. E allora c’è Inler in mezzo. Spalla di Behrami. Svizzeri napoletani di lotta e di governo. E’ la al centro che si fa calcio. E lì che Benitez vuole che la palla giri veloce. Possesso, intensità, pressing alto: Mazzarri aveva i suoi codici, Benitez i princìpi. Anzi, i principi. Nel senso “reale” del termine: Real Napoli. Rea(u)l Albiol, il centrale, la guida, il perno, il ministro di una difesa con Britos sottosegretario. Quattro quelli dietro, e mai tutti i bloccati. Un esterno si sgancerà sempre, l’altro stringerà per fare la diagonale. Maggio ha sprintato su Mesto. Zuniga a sinistra. Pepe Reina il portiere. Squadra fatta, insomma. Quasi. Perchè i dubbi sono certezze. E poi si giocherà di continuo.
LE NAZIONALI – Campionato, Coppe e pure le nazionali: amichevoli e qualificazioni a Brasile 2014. Otto gli azzurri convocati: non ci sono Higuain e Fernandez squalificati. Hamsik sfiderà la Bosnia. Armero e Zuniga mondiali contro l’Ecuador e l’Uruguay di Gargano. Che ha pure il match col Perù. Mertens va in Scozia col Belgio. Behrami, Inler e Dzemaili guardie svizzere contro Islanda e Norvegia: sempre in tre, e per due posti. Ce n’è uno in più: Hitzfeld come Benitez dovrà scegliere. Rafa stavolta ha Dzemaili squalificato. E fermo per forza. Via lo stop e via pure l’imbarazzo di chi deve decidere.
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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