Enrico Preziosi da Avellino in tutti i modi vorrebbe essere chiamato tranne che avversario del Napoli: «Pensare che debba essere il mio Genoa a fermare la corsa alla Champions del Napoli mi fa male, ma oggi sarà così: perché noi vogliamo salvarci e stasera al San Paolo non possiamo perdere per nulla al mondo». Allo stadio ci sarà. Come ci è sempre stato da quando ha preso in mano il club rossoblu. «Napoli è una delle poche trasferte che posso fare, perché solo qui oltre a Marassi mi sento a casa mia. Mi spiace che il Genoa arrivi così affamato di punti. Colpa nostra, soprattutto colpa mia se ci troviamo in questa posizione di classifica».
Non sarà una partita semplice, quella del Napoli. Preziosi non lo nasconde: «Io sono un combattente e anche la mia squadra lo è», ripete con il suo famoso eloquio veloce. Difficile negarlo. Un combattente nato.
È partito lavorando a 16 anni per l’Anas sulla Salerno-Reggio Calabria, è emigrato in Brianza, è stato impiegato alla Philips, alla Perfetti, ha venduto elettrodomestici: nel ’78 ha iniziato a commerciare all’ingrosso giocattoli e oggi controlla un impero da 900 milioni di giro d’affari, tra i primi gruppi al mondo del settore. Ovvio, dunque, che non è uno che si abbatta tanto facilmente. «Io faccio il tifo per il Napoli da 60 anni… è la squadra del mio cuore. Chi arriva secondo? Ma ovvio, gli azzurri. E il mio amico Galliani mi perdonerà se la penso così, ma lui sa bene quello che provo per il Napoli. Però, sia chiaro: oggi il Genoa ha le stesse motivazioni degli azzurri, perché abbiamo un obiettivo vitale da conquistare e abbiamo bisogno di punti. E li conquisteremo».
Lui e De Laurentiis, è lui stesso ad ammetterlo, sono davvero molto amici, nonostante ogni tanto in Lega qualche scontro pure c’è stato. Quando era certo di aver venduto Criscito al Napoli, Preziosi esultò: «Che bello, ho finalmente venduto un giocatore ad Aurelio e al Napoli». In realtà, la prima operazione andata a buon fine è avvenuta solo l’estate scorsa: non è stato Criscito (nel frattempo partito per San Pietroburgo) ma Giandomenico Mesto. Non è questo il tempo per parlare di quello che potrà succedere con Immobile, Kucka e così via.
Se Preziosi ora sogna semplicemente la salvezza con il suo Genoa, è anche vero che fino a qualche anno fa il vero sogno del re dei giochi è stato a lungo un altro: arrivare al Napoli. Tra la Champions e la sua squadra del cuore, ora c’è di mezzo proprio il suo Genoa. «Ma purtroppo la posta in palio per noi è davvero troppo importante». E lo dice con il tono davvero sincero, di chi sa che comunque vada, dopo la gara non sarà felice al cento per cento.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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