Per premio un weekend a Napoli. Luciano Buonfiglio l’ha promesso alla moglie e sabato si ritemprerà nella casa dei genitori di Posillipo dalle fatiche della campagna elettorale per la presidenza del Coni. «Era un impegno che avevo preso con me stesso – dice il presidente della Federazione italiana canoa, il secondo dei più votati tra gli eletti nella Giunta dopo Chimenti – e ora sono lieto di poterlo mantenere. È stata una svolta epocale ed anche il mio ottimo consenso in termini numerici è il frutto di un lavoro costruito negli anni, di una credibilità nata dall’impegno e dai risultati». C’è tanto di napoletano nel suo risultato. «Noi non siamo guerrieri, ma persone che cercano di mettere d’accordo le persone, di creare intese. Per questo, lavorando sodo, l’obiettivo si raggiunge».
C’è anche tanto remo campano tra i grandi elettori di del nuovo presidente del Coni Giovanni Malagò: Giuseppe Abbagnale, Raffaello Leonardo. «Con Peppe il feeling è naturale – continua Buonfiglio – viviamo gli stessi valori e sono contento di averlo sostenuto nelle elezioni federali anche con la mia società, che è milanese. Dallo sport è partito quel rinnovamento che spero tocchi tutto il Paese. Una ventata di aria nuova che ci faccia risollevare. L’ho vissuto al Coni, spero lo vivremo nell’immediato futuro». Il primo protagonista di questo rinnovamento è stato Giuseppe Abbagnale, nuovo presidente della Federcanottaggio. «Diciamo – afferma l’olimpionico di Castellammare – che siamo stati degli antesignani, abbiamo aperto la strada. Nella mia competizione elettorale era Gandòla colui il quale era schierato affinché nulla cambiasse. Noi, invece, siamo entrati nel palazzo scardinandolo». Tra Pagnozzi e Malagò un elettorato che è sembrato aver cambiato opinione. «È ovvio che in molti siano stati cauti nell’esprimersi. Ogni federazione dipende al 95% dal Coni centrale. E le pressioni sono forti». Cambia anche la geografia delle federazioni in Giunta. «Non serve essere più o meno blasonati. E questa è una cosa importante». Il discorso vale per il calcio. «Attenzione – frena Buonfiglio – si tratta di uno sport fantastico ma quello che vediamo giocare fra i bambini, quello portatore di valori come lo sono tutte le discipline sportive. Non le distorsioni che arrivano con il calcio televisivo. Quelle non ci appartengono».
Grande elettore napoletano di Giovanni Malagò anche Raffaello Leonardo, bronzo ad Atene 2004, tesserato per l’Aniene e in quota atleti. «Conosco Giovanni da una vita – dice – è stata una giornata storica, un cambiamento epocale dopo 30 anni in un sistema nel quale il presidente del Coni non veniva mai effettivamente eletto ma il testimone passava di mano in mano. Il calcio? Falso problema. Malagò è tifosissimo della Roma come io lo sono del Napoli, ma non esiste alcun tipo di competizione tra lo sport più amato dagli italiani e le altre discipline». Stride il fatto che la Campania non abbia votato un campano come Pagnozzi. Lo fa notare il presidente del Coni regionale, Cosimo Sibilia. «Dispiace per un irpino come lui. Ma lo sport è così. Fatto di competizione leale. Per quanto mi riguarda faccio i complimenti a Malagò. Saprà sicuramente capire le problematicità della nostra terra. Nel contempo la Campania è ottimamente rappresentata da Guglielmo Talento, ex presidente del comitato provinciale di Salerno e oggi rappresentante in Giunta dei delegati provinciali».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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