Maurizio Casasco, presidente della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana), ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport:
“In un mondo professionistico come questo non si può andare avanti con il “fai da te”, servono un metodo, un sistema e un protocollo su base scientifica e unitaria. Prendete la Uefa: sta facendo cose assolutamente normali che noi come FMSI avevamo suggerito da tempo. Ora occorre procedere. Ci deve essere un sistema centrale e uniforme, con un unico metodo di controlli fatti in un solo laboratorio qualificato per tutti i club di A e con le stesse procedure di analisi. Dunque medesima attenzione al prelievo, che va fatto correttamente per non rischiare falsi negativi, e col tracciamento della cellularità”. Come si può isolare un eventuale calciatore positivo? “Gli altri devono andare in un’ unica struttura concordata, tutti insieme, in un albergo o un centro sportivo, non a casa propria, perché i contatti con la famiglia mettono a rischio tutti”.
“Vorrei tanto si uscisse dalle polemiche intorno a questo famigerato gene N, anche se resta il fatto che un positivo resta tale pure quando la positività è debole. Quello che mi preme è andare oltre. Già domani (oggi per chi legge, ndr) al Consiglio di Lega proporrò un nuovo protocollo riservato alla Serie A. Qualcosa che avrà come base quello di Cts e Figc, perché Gravina ha fatto un ottimo lavoro, ma andrà oltre, in modo più stringente. Ne ho già parlato con il presidente Dal Pino e siamo allineati sul bisogno di cambiare il sistema del massimo campionato, che ha necessità e possibilità diverse rispetto agli altri. Del resto se lo Stato ha fatto Dpcm sempre più stringenti, lo deve fare anche il calcio, che vive nella società. Non possiamo non accorgerci di essere nel bel mezzo di una pandemia”.
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