Presente come ospite sulle frequenze di Radio Uno durante la trasmissione Radio Anch’Io Lo Sport, il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta ha rilasciato alcune dichiarazioni. Si parte con la conquista dello scudetto da parte della Juventus: “Lo stadio di proprietà e il progetto pluriennale stanno pagando con risultati importanti, così come la forte determinazione che ha portato i bianconeri a conquistare il record di punti in un campionato europeo”.
I divari in classifica tra le squadre e le differenze di valore? “Ci sono dei blocchi, è vero. Quest’anno si è visto in modo più evidente, spesso accade anche in altri campionati. Per alcune posizioni il campionato si è risolto nei minuti finali di ieri sera, questo testimonia che il torneo ha tenuto intatto il suo fascino fino alla fine”.
Ritorno a 18 squadre della Serie A? “Mai dire mai, è una ipotesi che studiamo e possiamo iniziare a lavorare in tal senso. Abete ha annunciato che aprirà questo cantiere, credo che quella federale sia l’unica sede per parlarne. Non riguarda solo l’organizzazione di un singolo campionato, ma coinvolge i rapporti tra più tornei e il modello di promozioni e retrocessioni. Credo che la soluzione sia possibile, è arrivato il momento di fare una riflessione e mi auguro che si possa lavorare per costruire qualcosa destinato a rendere più attraenti le nostre competizioni”.
Perché ci sono pochi interessi e capitali stranieri nel calcio italiano rispetto all’estero? “Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, in Italia abbiamo più di un esempio di interessi stranieri verso il nostro calcio. Ci sono alcuni problemi specifici come la questione legata agli stadi, è invece finita la stagione dei mecenati che seguono le necessità di squadre e tifosi. Ora bisogna parlare di investitori, che puntano a vincere con gestioni economiche equilibrate. Bisogna costruire un calcio sostenibile nel tempo e non mirato a esperienze di poche stagioni, c’è inoltre da seguire le linee dettate dal Fair-Play Finanziario. C’è bisogno di dare una idea sostenibile al calcio, è un modello positivo. In Italia ci stiamo allineando ad alcuni esempi di gestioni economiche virtuose degli altri Paesi”.
Campionato spezzatino nella prossima stagione? “Purtroppo non posso rispondere, siamo sotto un vincolo di riservatezza. C’è sempre qualche polemica che può essere utile per stimolare riflessioni, ma bisogna guardare la realtà e i dati. Il cosiddetto ‘spezzatino’ è stato un grande successo, ha fatto crescere gli spettatori alla tv e negli stadi. Questo è il primo punto dal quale partire per continuare a migliorare”.
La Spagna domina in Europa anche grazie ai diritti tv? “Lì hanno un altro tipo di valenza, inoltre nei bilanci c’è la voce stadi molto importante. Il meccanismo legato all’impianto di proprietà aumenta il merchandising dei club e la possibilità di effettuare investimenti maggiori. Barcellona e Real Madrid hanno il più alto fatturato e dunque la capacità di muoversi sul mercato senza problemi rispetto ad altri club”.
La gestione dei soldi derivanti dalle multe ai club? “Le ammende comminate per episodi particolari vengono destinati a un fondo Lega che ha un vincolo stringente, sono usati a scopo benefico e di solidarietà. Usiamo i comportamenti poco corretti per fini positivi, complessivamente è un sistema che funziona. La chiusura dei settori? Bisognerebbe individuare i responsabili dei comportamenti poco edificanti per pene individuali, senza punire il resto dei tifosi presenti allo stadio per assistere a uno spettacolo”.
La Nazionale ha raggiunto l’estensione massima dei possibili convocati? “Abbiamo un problema specifico, negli altri settori ragioniamo come Unione Europea. Questa mentalità sta entrando anche nel mondo del calcio. Credo che sia un problema transitorio, con l’arrivo di generazioni precedenti non italiane credo che nel giro di pochi anni ci saranno nuovi calciatori convocabili per gli azzurri”.
Cosa si aspetta dalla Nazionale di Prandelli al Mondiale? “Abbiamo buone possibilità di avere sorprese positive”.
Fonte: Tmw
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