La voglia di parlare è poca. Anche Cesare Prandelli fatica a trovare le parole dopo aver assistito commosso ai funerali di Piermario Morosini. Ma quando esce dalla chiesa di Monterosso, il ct azzurro lancia il suo avvertimento. «Di fronte a questa tragedia il calcio deve porsi degli interrogativi – spiega -. Medicina sportiva e prevenzione in Italia sono all’avanguardia, ma si può migliorare».
Poi Prandelli si guarda intorno, e rende due volte merito al giovane calciatore stroncato da un malore in campo a soli 25 anni. «Ci ha insegnato che si può affrontare le difficoltà della vita sempre con il sorriso», sottolinea il ct, che ha allenato nel settore giovanile dell’Atalanta dove anche Morosini è cresciuto, mentre la vita gli strappava i genitori e un fratello, lasciandolo solo con la sorella disabile di cui ora – garantisce il presidente della Figc Giancarlo Abete – «il calcio non si dimenticherà». E poi, nel giorno dei suoi funerali, questo ragazzo che preferiva aiutare il prossimo piuttosto che parlare dei propri problemi, «ha fatto il miracolo di unire tutte quelle bandiere che durante la settimana e a ogni partita di calcio sono una contro l’altra».
Scosso dal lutto, per una settimana il pallone si è fermato, senza però farsi mancare la solita dose di polemiche, che per Prandelli sono state «antipatiche». Domani e domenica si torna in campo. «Ora si riprende, il calcio è vita, e lì Piermario ha trovato gioia fra le sue tante sofferenze», osserva Abete, «orgoglioso» di aver visto Morosini vestire la maglia azzurra della Under 21.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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