Fuori Rossi. Fuori anche Destro, Maggio, Pasqual, Romulo e ovviamente Montolivo. Il settimo escluso è anche l’unica riserva, Ranocchia, che andrà in Brasile e ci resterà fino al 13 giugno, vigilia di Italia-Inghilterra. Fino a quel giorno sarà possibile modificare la lista dei giocatori in caso di infortunio. Ranocchia è stato aggregato perché le condizioni fisiche di Barzagli e Paletta non sono per ora rassicuranti.
Taglio sofferto. A Londra, Prandelli si aspettava da Rossi un segnale. Non un gol, nemmeno un assist: sul piano tecnico il ct sa che nessuno, fra i suoi attaccanti, può dare quanto Pepito. Sperava solo che andasse dentro a un contrasto, senza il retropensiero che accompagna Beppe dal giorno del suo ritorno in campo. Da quando è ct, Prandelli ha mandato a casa 23 giocatori, preconvocati prima di Euro 2012, Confederations 2013 e Mondiale 2014, ma mai nessuno gli ha provocato questa sofferenza. Ci ha creduto fino in fondo, prima della partita Pepito aveva più di un piede nel gruppo dei 23. Alla fine dei 90’, invece, il ct stava già cambiando idea. Ha rivisto la partita in tv, ma gli era bastato quella in diretta, sul campo, per prendere una decisione dura ma corretta.
L’ha presa male. Pepito c’è rimasto male, pensava di avercela fatta ormai. La sua amarezza è stata trasmessa dai fratelli Pastorello, suoi manager. Andrea è stato più cauto: «In questo momento è difficile commentare. Dispiace molto per Giuseppe, ma non possiamo che accettare serenamente la decisione del ct. Non vogliamo innescare polemiche, è una scelta tecnica: sono responsabilità che si prende Prandelli. Problemi fisici? Non credo sia una partita o un test a fare la differenza» . Federico, invece, è andato giù duro con un tweet: «Niente Mondiale per Rossi? Questa volta Prandelli si è proprio sbagliato. Con tutto il rispetto per gli altri, Beppe non può stare a casa!!! So quanto hai fatto per arrivare ad esserci !!!! L’impegno ed il sudore per recuperare dalla sfortuna!!! Meritavi ben altro» , ha concluso rivolgendosi al suo amico-assistito.
La resa di Romulo. Anche gli altri tagli sono logici. Abate ha vinto il ballottaggio con Maggio arrivato a Coverciano sotto osservazione per il pneumotorace; Pasqual era entrato a sorpresa fra i 30 preconvocati e cede il posto a Darmian che andrà al Mondiale con una sola presenza in Nazionale (forse due se gioca contro il Lussemburgo); Montolivo è stato messo fuori da Pearce; Romulo, a quanto pare, è stato molto onesto: ha detto al ct che non stava bene (ha un problema all’adduttore) e che non era giusto che prendesse il posto di un azzurro in condizioni fisiche migliori. Resta Destro, di cui parliamo nella pagina accanto. L’uscita di Montolivo e Romulo ha aperto le porte brasiliane ad Aquilani e Parolo, due interni che rientrano in modo adeguato nel gioco di Prandelli, anche se prima di loro arrivano Candreva e forse anche Verratti.
gli attaccanti. Cassano e Insigne hanno vinto i ballottaggi con Rossi e Destro per ragioni fisiche ma anche tecniche. Se Prandelli fosse stato sicuro della resistenza di Cassano per una partita intera, forse avrebbe fatto uno sforzo portando Rossi. Ma così non è e il barese, che sta meglio di Pepito, ha preso il posto disponibile. Se Insigne ha fatto altrettanto con Destro è perché il ct ha pensato al suo attacco come a due coppie: ci sono due centravanti di movimento (Balotelli e Immobile) e quindi non aveva bisogno di un terzo (Destro), insieme a due attaccanti esterni (Cassano e Insigne) che occupano la stessa posizione ma con caratteristiche diverse. Cerci, invece, gli serve quando deve portare a tre il numero degli attaccanti. A proposito di Balotelli, solo oggi sapremo se potrà giocare mercoledì a Perugia contro il Lussemburgo.
I giovani. E’ un Mondiale per atleti, aveva detto Prandelli, e seguendo questa linea ha riempito la lista con la freschezza atletica di molti giovani: Perin, Darmian, De Sciglio, Verratti, Immobile e Insigne. In 6 contano 22 presenze in Nazionale e fra loro solo Darmian, per un anno, è nato prima del ‘90. I 22 anni di Verratti, Perin e De Sciglio, i 23 di Insigne e i 24 di Immobile (e Balotelli) rendono meno cupo il nostro futuro e, speriamo, più radioso il nostro Mondiale.
E’ da loro che il ct si aspetta la spinta decisiva.
Fonte: Corriere dello Sport
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