Prima la presentazione della nuova maglia Puma, poi l’annuncio di Cesare Prandelli della formazione per la sfida di domani sera all’Olimpico contro l’Uruguay. «Giocheranno: Buffon; Maggio, Chiellini, Ranocchia, Balzaretti; Pirlo; De Rossi, Marchisio; Montolivo; Osvaldo, Balotelli».
Cosa si aspetta dall’amichevole con l’Uruguay?
«Voglio ripartire dalle cose che abbiamo fatto bene nelle ultime gare, ma non benissimo a Wroclaw. Voglio vedere se c’è qualcosa da moficare. E’ il test più significativo da quando alleno la Nazionale».
Pepe entrerà nella ripresa?
«Sì. Nel secondo tempo ci sarà un modulo diverso. Come in Polonia».
Può spiegare la scelta di Osvaldo?
«Dobbiamo capire, quando arriverà l’emergenza come muoversi, quali possono essere le coppie con determinate caratteristiche».
Che opinione ha di Tabarez?
«E’ sempre stato considerato un maestro, ha un’eleganza incredibile non solo come tecnico».
Riprova con i 4 centrocampisti. Perché?
«Perchè i primi 25′ in Polona non mi sono piaciuti. Allora devo capire se è successo perchè avevamo attaccanti diversi rispetto a Rossi-Cassano, due tipi più imprevedibili. Se riavremo quella stessa difficoltà, dovremo fare una riflessione e cambiare. Non i giocatori, ma il modo di giocare. E poi perchè durante la gara è più facile mettersi con i tre attaccanti».
Il lavoro del centrocampo come deve essere?
«In Polonia abbiamo fatto una rotazione solo con due giocatori, non con quattro. Eravamo monchi. Quando Pirlo viene marcato, voglio che lui non si muova da lì con l’uomo addosso, ma dobbiamo giocare con gli altri».
Lippi disse che le amichevoli erano poco importanti perchè l’Italia le snobbava, adesso non sembra più così.
«Abbiamo una squadra che sta nascendo adesso, senza tante partite alle spalle. E poi dobbiamo onorare la maglia ed avere rispetto per i nostri tifosi».
L’esplosione di Balotelli può allontanare l’idea di chiamare, se servono, grandi giocatori come Di Natale, Totti e Del Piero?
«No. Proprio perchè stiamo parlando di grandi giocatori».
Platini, a Milano, le ha appena fatto i complimenti. Ha detto: “Un bravo a Prandelli perchè l’Italia sta dievntando una squadra”.
«Michel è sempre molto carino nei miei confornti. Anche quando giocavo con lui, anzi non giocavo, alla fine di ogni partita mi chiedeva: “come sono andato oggi?”.
Avverte le nuove pressioni sull’Italia?
«Non mi spaventano».
Cosa dirà domani a Napolitano?
«Lo ascolterò, con grande umiltà».
Cassano e Rossi è più o meno più ottimista sul loro ritorno prima degli Europei?
«Aspettiamo qualche tempo. Spero di recuperarli tutt’e due».
Quanto è migliorato Cavani?
«Anche lui, come Balotelli, è un attaccante moderno. Mi ricordo bene quando fece gol alla mia Fiorentina. E’ migliorato perchè è diventato un esempio importante, ha mantenuto sempre generosità, ma anche lucidità sotto rete. E’ il massimo che un allenatore possa avere».
Cosa devono fare Balotelli e Osvaldo?
«Quando verticalizzi e perdi palla, l’idea nostra è che dobbiamo pressare subito, anche bruciando un giocatore. Dobbiamo predominare il centrocampo avversaro. Se tu subisci, diventa difficile impostare il gioco. Se invece pressi, no. Da loro mi aspetto che facciano i gol, ma che una volta persa palla diano subito pressione».
Lei allena Buffon ed ha giocato Zoff. Domani Gigi raggiunge Dino.
«Zoff era una persona che parlava poco, ma appena alzava la voce di un tono lo stavano tutti a sentire. Lì ho capito che se vuoi farti ascoltare non devi gridare. Gigi è più aperto. Ma tutt’e due hanno l’obiettivo di creare uno spirito vincente».
Si avvicinano come portieri?
«Dino aveva la capacità di valutare molto prima cosa poteva succedere, ma era un calcio diverso rispetto a quello di Buffon, anche per il peso dei palloni che hanno stabilito un cambiamento epocale, oltre al gioco con i piedi».
Qual è il suo obiettivo da qui all’Europeo?
«Dare continuità»
Gli Europei di Polonia&Ucraina come saranno?
«Come un Mondiale, perchè tutte le squadre sono attrezzate. Sarà molto interessante».
Il cambiamento politico come lo sta vivendo la sua squadra?
«I ragazzi sono consapevoli di quanto sta succedendo. Ho fatto loro i complimenti per la giornata di ieri, a Rizziconi, mi è sembrata bella, con sorrisi sinceri. Ovviamente le tasse le paghiamo tutti».
Per Balotelli è stata più difficile la partita di venerdì in Polonia o quella di domani che può essere una conferma?
«Le conferme le dobbiamo dare anche dopo 100 partite. Può essere più facile questa con l’Uruguay perchè in Polonia ha già dimostrato che può fare la differenza, ma può essere più difficile se la interpreta in modo personale».
Cosa si aspetta da Osvaldo?
«Che riesca a trovare una giusta distanza con Balotelli e i centrocampisti, che giochi in maniera semplice: quando si perde palla deve aiutare. Non chiedo gol, ma essendo un attaccante quello è il suo mestiere».
Teme i fischi dell’Olimpico a Balotelli dopo lo scontro con Totti?
«No, nella maniera più assoluta».
Fonte: Il Corriere dello Sport.it
La Redazione
M.V.
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