Parlare di Giovane Italia a Londra risveglia ricordi liceali, echi mazziniani, Laystall Street, evvia evvia. Ma stasera, a Craven Cottage, contro l’Irlanda, la suggestione sarà tutta azzurra, oltreché tricolore. Perché Cesare Prandelli questo suo primo test verso il Brasile lo ha caricato di molti significati ma il principale, a modo nostro, è quello di pesare tutto insieme un gruppo di giocatori giovane di età e/o di militanza “nazionale” che in questi 90 minuti si giocherà gran parte delle proprie prospettive mondiali. Il titolo del giornale ieri lo meritava Giuseppe Rossi, cento volte lo meritava, e anche oggi si potrebbe riproporre il concetto. Però insieme a lui ci saranno anche Matteo Darmian, 24 anni, al debutto azzurro, Mattia De Sciglio, classe ’92 come Marco Verratti, altro osservato speciale della serata londinese.
Scende l’età. A completare il quadro ecco la porta affidata a Salvatore Sirigu, ventisettenne con 7 presenze azzurre, il cuore della difesa a Gabriel Paletta, al secondo gettone nazionale, il cervello del centrocampo al già ricordato talentino del Paris Saint Germain, ventunenne con 4 presenze, e l’attacco a Ciro Immobile, 24 anni e solo uno spezzone di Spagna-Italia del marzo scorso in carriera. Insomma una vera rivoluzione, simbolicamente rappresentata dalla drastica riduzione dell’età media della squadra, in questo caso scesa a 26 anni, contro i 28/29 di qualche tempo fa. Ora è chiaro che non sarà questa l’Italia base brasiliana ma è un fatto che tutto questo tourbillon un peso e un senso lo ha.
Montolivo capitano. Nel fascinoso stadiolo del Fulham, Montolivo sarà (per la seconda volta) il capitano di una squadra alla quale il ct chiederà molte risposte. Lasciamo da parte Sirigu, che, a giochi regolari dovrà restare a guardare Buffon giocarsi il titolo di miglior portiere del Mondiale.
In difesa Darmian e De Sciglio devono dare sul campo la conferma del buono fatto vedere sul piano fisico-atletico nei duri giorni di lavoro a Coverciano. Soprattutto il torinista ha sorpreso in bene il ct, tanto da spostare su Abate-Maggio la scure di uno dei tagli da effettuare. Il giovane milanista invece dovrà riprendere il discorso positivo avviato un anno fa in Confederations Cup. Partita importante anche per Paletta, ultimo nuovo italiano arrivato in Nazionale sulla scorta di una prima parte di stagione fantastica, poi calato per una serie di guai fisici dopo il debutto avvenuto il 5 marzo al Vicente Calderon, che lui macchiò con un errore prima del gol partita di Pedro. In questi giorni il parmigiano è stato frenato da un problema al polpaccio, tanto da far sperare Ranocchia, in gran forma, in un sorpasso. Vedremo stasera.
Il valore di Marco. Forse però è in mezzo al campo che si gioca una partita nella partita. Ci riferiamo al destino di Marco Verratti. Il giovane pescarese, affermatosi a Parigi, era arrivato però a Coverciano con l’ombra delle parole di Prandelli ( «O si rende più disponibile tatticamente o qui avrà poco spazio» ). Invece adesso le cose sembrano aver preso una direzione migliore verso Rio. In questo caso il ct lo proverà in un ruolo diverso rispetto al passato, a ridosso delle punte, con le spalle coperte dal compagno del Psg, Thiago Motta. Anche in questa occasione il ct non lo affiancherà a Pirlo, pur non considerando Verratti suo vice. Possibile invece che i due insieme possano alla fine essere una sorpresa in Brasile contro l’Inghilterra.
Rossi, Ciro e… Per finire non resta che parlare dell’attacco. Quanto valga questa partita per Pepito lo abbiamo già detto più volte e lo ha ripetuto ieri Prandelli. Con lui ci sarà all’inizio Immobile, altro giocatore su cui il ct punta tantissimo. Coppia alternativa e collaudata quella “storica” Balotelli-Cassano, battezzata adesso perfino da Lippi. Lasciando stare Antonio, giova ricordare l’età di Mario: 23 anni. In tinta con quella della Giovane Italia londinese.
Fonte: Corriere dello Sport
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