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Prandelli: «Biscotto? Neanche voglio pensarci»

L’allenatore e il sospetto della combine: «Coraggio, possiamo qualificarci»

Due punti dopo due partite. Bottino povero, per l’Italia. «Ma siamo convinti di passare il turno. L’Italia c’è», dice Cesare Prandelli a voce alta. L’ottimismo, nel clan azzurro, non manca: ciò che manca sono i gol. L’Italia costruisce tanto e spreca di più e, fatalmente, subisce la rimonta degli avversari. Era accaduto contro la Spagna, è successo di nuovo ieri contro la Croazia. «Non sono arrabbiato per l’attacco che non segna, ma amareggiato sì. Quando giochi così, devi solo chiudere la partita», aggiunge il ct azzurro.
E ancora, con il volto adesso più tirato. «Qui non si tratta di personalità che non c’è. Quando si è in vantaggio e giochi bene devi chiudere le partita: basta un cross o una deviazione per mettere tutto in discussione. Devi essere più cattivo e avere più determinazione in zona gol. Cattiveria intesa come concentrazione giusta, perché non puoi pensare di creare dieci occasioni a partita», spiega. L’Italia non chiude i conti e dura poco: ancora una volta nella seconda parte di gara è uscita di scena. «È vero, è una cosa che è accaduta in entrambe le partite: dopo sessanta minuti abbiamo avuto un calo. E questo ha determinato anche una diversa prestazione. Dal primo al sessantesimo minuto siamo stati ordinati, abbiamo tenuto i reparti stretti, la squadra è stata corta e non abbiamo mai sofferto la Croazia. Anzi, come detto, abbiamo avuto un sacco di occasioni per chiudere. Dopo 60 minuti, però, tutto questo è finito. La personalità, ripeto, non c’entra».
Il problema, insomma, non è né tecnico né tattico ma fisico. «È energetico. Ecco perché non ci resta che recuperare le forze. È presto per parlare di novità, cambi o formazione ma di certo le scelte che farò per lunedì terranno conto delle condizioni fisiche dei miei giocatori», chiosa Prandelli.
Qualcuno gli fa notare che tra i più provati c’era Cassano, e non Balotelli. Eppure il barese è rimasto in campo e Super Mario è finito sotto la doccia. «Antonio stanco? Aveva trovato una posizione interessante ed ho voluto mantenere quell’assetto. Con Di Natale pensavo di avere più profondità», si difende il ct. Che, a seguire, ricorda la preparazione della partita. «Abbiamo giocato con i due esterni di centrocampo molto alti per impegnare i due centrocampisti centrali di Bilic e grazie alla posizione di De Rossi, più dentro l’azione rispetto alla gara contro la Spagna, nel primo tempo, anzi nei primi sessanta minuti della partita abbiamo avuto la superiorità numerica a centrocampo e questo ci ha permesso di controllare bene la situazione. Poi è arrivata la stanchezza».
E adesso? «Adesso, lo ripeto, dobbiamo pensare a recuperare le forze per battere l’Irlanda. Biscotti in vista? Non voglio neppure sentir parlare di queste cose: io penso alla mia squadra e alla partita di lunedì, il resto non mi interessa», chiude Prandelli.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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