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Prandelli: “Abbiamo fatto sognare ma ci vuole un cambiamento”

Il progetto continua. Cesare Prandelli resta c.t. azzurro. Lo ha annunciato ieri sera, dopo la finale di Euro 2012 persa con la Spagna. E spiega il perché la mattina dopo, in occasione dell’ultima conferenza stampa a Casa Azzurri, a Cracovia, prima del ritorno, nel pomeriggio, in Italia. Va avanti perché il cambiamento da lui intrapreso in azzurro – dice – necessita continuità, per essere produttivo nel tempo. Per non fare passi indietro: “Siamo in un Paese vecchio, con modalità e strutture vecchie. Noi abbiamo provato a cambiare, è una necessità. Può essere un esempio anche per il Paese. Questo è un progetto vincente per tutto il calcio, ma bisogna convincere tutti (il riferimento sembra a club e Lega ndr). Se devo limitarmi a fare tre allenamenti ogni otto mesi, diventa dura fare il mio lavoro. Eppure grazie al nostro modo di giocare abbiamo regalato un sogno all’Italia. Questa squadra è stata generosa”. Duro, poi, il j’accuse del presidente della Figc Abete: “Non comprenderò mai chi tifa contro l’Italia. La Lega Calcio? L’assenza di un loro progetto determina un danno per il sistema”.

PRANDELLI SUL BILANCIO DI EURO 2012 — “Possiamo essere orgogliosi di questa Italia. Siamo soddisfatti perché siamo andati oltre l’aspetto sportivo e abbiamo proposto un gioco piacevole. Abbiamo regalato un sogno all’Italia, pur partendo senza grandi aspettative”.

SUL CAMBIAMENTO — “Il risultato non deve essere condizionante per un’idea. Non dobbiamo fare passi indietro. E’ l’aspetto che mi preoccupa di più. Possiamo di essere d’esempio anche per il Paese, sì. Poi certo, dovremo abbinare gioco e risultato. Abbiamo cercato di costruire la Nazionale con una mentalità di club. Stiamo condividendo un progetto che vogliamo vincente”.

SE TORNASSI INDIETRO… — “Forse nell’ultima partita avrei dovuto avere un po’ più di coraggio, ma sarebbe stato mancare di rispetto verso chi ci aveva condotto sino alla finale”. Il riferimento sembra a qualche giocatore non al meglio, fisicamente.

IL RAMMARICO — “Avrei voluto affrontare la Spagna con due giorni di riposo in più, ma faccio loro i complimenti: continuità straordinaria”.

VITTORIA — “Avrebbe fatto bene a tutti, ma anche fatto perdere l’equilibrio a tanti. Forse non siamo ancora pronti. Quando lo saremo, magari saremo anche pronti per rivincere, negli anni”.

PROBLEMI LOGISTICI — “La nostra prossima partita, l’amichevole con l’Inghilterra, si giocherà il 15 agosto, ma pochi giorni prima si gioca la Supercoppa italiana a Pechino. E’ complicato. Quando dico che non interessa nulla della Nazionale, è vero”.

GIOVANI — “C’è un progetto tecnico, cercheremo di individuare i nuovi Pirlo, per dire, ma se non giocano, diventa poi difficile farli crescere. E poi chiederemmo di avere lo spazio per lavorare con loro, ogni due mesi, per verificare la crescita dei ragazzi promettenti. Se devo limitarmi a fare tre allenamenti ogni otto mesi, diventa dura. Anche se credo di saper fare bene il mio lavoro, e di averlo dimostrato in questo Europeo”.

SASSOLINI NELLE SCARPE — “Quando ho fatto le convocazioni non hanno messo in risalto i giocatori chiamati, ma «l’acquisto» di mio figlio. Che è un professionista, e ha dimostrato di essere importante nel nostro progetto, nel recupero dei giocatori. Questo tipo di critiche personali mi ha ferito”.

Fonte: gazzetta.it

La Redazione

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