Come purtroppo accade da tempo le beghe dei dirigenti tendono a ritardare gli ovvi e necessari discorsi sul calcio. Il fisco viene a fare visita al calcio, il Napoli, grazie a De Laurentiis ed al suo staff, si difende bene dall’autolesionismo, indegne furberie e vendette sottilissime. Accade così che proprio quando l’ambiente del calcio, attaccato, da diverse parti, avrebbe dovuto presentarsi compatto, al cospetto di certa gente che guarda il fuscello negli occhi altrui e non la trave nei propri, il fescennino abituale si allarghi.
Nel frattempo, grazie al cielo, si torna in Europa: la Juventus ospita lo Shaktar Donetsk e il Milan lo Zenit San Pietroburgo; Napoli, Lazio, Inter ed Udinese, tutte, invece, in Europa League.
Calcio ritardato, quindi almeno per quanto concerne il Napoli, partito benissimo ma sempre equivoco, in campionato. Juve alla pari del Napoli, Milan in economia, l’Inter un po’ meno. Opportunamente segnalata, a puro titolo di cronaca, la gradita predilezione di questi tre prestigiosi clubs, per la provincia di Napoli, sia quale località intermedia, nelle loro trasferte a Sud sia per stage e provini onde poter prelevare campioncini in prospettiva (Acampora, De Feo, Laferrara, Landieri, Raffaele Bianco etc). Lo zompo nordista “esita” dunque a Napoli e Salerno, prima di prendere le strade di Catania o di Palermo. Anche la Fiorentina, vista “esitare” a Napoli si è presentata bene, anche se stanno ancora organizzando il dopo Corvino.
Un bel campionato ha preso l’avvio. La Campania sembra riuscire gradita a tutte le concorrenti maggiori. Anche a quelle minori. Parma, Genoa, Novara, Frosinone, Sampdoria,Ternana,Siena, Spezia sono concentratissime sui talenti della nostra regione.
Ma Napoli, sempre viva, non s’accorge di questa bagarre e si dimena per organizzare subito una personalissima, all’interno del suo sodalizio calcistico.
Di Inler goleador e di Hamsik che, di conseguenza, potrebbe ritornare regista parleremo, quindi, dopo. Importanti sono le beghe, per adesso.
De Laurentiis, sia nel ritiro di Dimaro che in altre sue uscite pubbliche ha esposto le sue idee economiche. E, guarda caso, si è agganciato, tra l’altro, a quanto noi andiamo dicendo da anni.
La necessità di un vivaio che per adesso al Napoli ha dato solo Insigne, mentre al Milan ne dà, sono anni!, tantissimi. Vedi, per esempio, in questo campionato, Abbiati, Abate, Di Sciglio e altri.
L’affermazione è stata riportata anche da quei giornali che dicono Pandev e non Insigne; che, a suo tempo, non spesero una parola nella valorizzazione di Cannavaro. Questo, per limitarci agli episodi più evidenti, perché ci sarebbe da divertirsi con le pieghe esterofile mostrate. Posizioni sufficientemente chiare.
De Laurentiis è stato molto apprezzato per la chiarezza con la quale ha parlato. Specie quando ha invocato chiarezza a livello di giornalisti, pubblico, impiegati e giocatori. Ha accennato dei temi. L’argomento vivaio è stato lasciato cadere così. Però, De Laurentiis, almeno da questa parte, è sembrato dimentico di qualcosa di importante. E il primo chiarimento è lui a doverlo fornire; alla opinione pubblica innanzitutto. Non si è primi per niente, caro amico. E chi può dire con esattezza, almeno fino a oggi, dove va a parare De Laurentiis. Ieri assertore della politica giovanile (quanti termini ha inventato: scugnizzeria, cantera etc); oggi smentitore (smentire). Ieri amico di Tizio, oggi di Caio. Ieri apparentemente competente; oggi statistico – cabalistico. E chi potrà negare la perplessità che ha ormai destato nella gente di buon senso nel dirigere una società, che è entrata nel costume civile e moderno della propria città?
Ecco, dunque, questo è il punto nostro; prima di tutti quanti gli altri parli De Laurentiis, cioè il presidente.
Esponga dunque il suo programma, non legato a questa o a quella situazione (l’autosufficienza è prerogativa virile e necessaria) e poi avrà la risposta che merita da tutti.
A Genova, con la Samp, Hamsik protagonista e poi, anche, regista apprezzato; dopo il riposo di Eindhoven, Mazzarri dovrà, a tutti i costi, evitare che si possa ripetere la stessa prestazione di Catania, dopo il riposo con l’AIK. E poi: il ritorno di Inler; Gokhan ottiene la restituzione della famosa bacchetta; deve usarla con la misura e la prudenza che occorre ma, inoltre, contro la sua vecchia Udinese, deve essere bravo a volare verso il gol ma non rimanendo sguarnito il centrocampo ma farsi sostituire, in quelle occasioni, proprio da Hamsik. Sarà il campionato, come sempre, a chiarire questi equivoci.
Superato la Sampdoria di Ciro Ferrara, si fa avanti l’Udinese. Un grande punto interrogativo. Non certo forzata è apparsa l’Udinese, contro il Genoa, almeno fino alla tre quarti di campo. Un grande centrocampo sembra in grado di offrire quest’anno all’Udinese le giuste soluzioni alle milionarie partenze. Pinzi e Lazzari lo guidano con l’astuzia dei vecchi e consumati campioni che sono.
Guidolin, opportunamente, ne vellica orgoglio e quanto altro rimane nella pancia loro. Forte, come dicevamo, fino alla tre quarti, l’Udinese sembra penare in offesa, soprattutto per demerito di Di Natale, non ancora al top della condizione. Guidolin sta dando fiducia a Ranegie. Ben allineati su linee difensive Benatia, Danilo e Coda (o Domizzi). Se non si registreranno possibili novità. In porta Brkic, la vera rivelazione finora dell’Udinese.
Il nuovo esame del campionato vale soprattutto per il centrocampo azzurro, zona per adesso molto migliorata con la presenza di Behrami, che si batte con l’animus tipico del cadetto coraggioso e indomito. Per Hamsik apparso voglioso e sicuro domenica scorsa e per i due esterni, tra i più onesti del momento.
Resta De Sanctis, abbastanza deciso credo a non lasciarsi soffiare, in vista delle due partite internazionali, contro Armenia e Danimarca, la maglia di uno dei portieri della Nazionale.
E per oggi crediamo che basti.
NANDO TROISE
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