Ripetizioni di possesso di palla. Torello come se piovesse. Antonio Conte ha indicato in questo tipo di atteggiamento la chiave vincente per affrontare il Napoli. Avversario velocissimo a ripartire e micidiale a finalizzare con le punte: quindi, il pallone bisogna toglierglielo e tenerselo tra i piedi il più possibile. Senza scomodare il Barcellona, l’interprete più sublime della melina d’attacco, la Juventus ha dato quest’anno, sia pure a sprazzi, prova di buone capacità di palleggio, anche partendo dalle zone e fasi più delicate, come l’area e il rilancio del portiere. Conte è perentorio nell’ordine di non buttare palla, a costo di prendersi qualche rischio: «Sono io che imposto il gioco in questo modo e la squadra è consapevole che sia quello più efficace per tentare di vincere».
Certo, non tutti i giocatori bianconeri sono dei piccoli Xavi, specie i difensori Chiellini e Bonucci, ma sono migliorati molto in questa direzione, acquistando anche più consapevolezza e liberandosi da comprensibili timori. La Juve anti-Napoli, secondo la volontà di Conte, dovrà essere molto corta e muoversi a elastico. Per questo si ritorna al 3-5-2, uno schema che permetterà ai bianconeri di non trovarsi in inferiorità numerica a centrocampo contro gli uomini di Mazzarri, abili nel palleggio e posizionati con schieramento speculare. La scelta del modulo imporrà nuovi ‘tagli’ all’attacco, nel senso che le punte diventano due al posto di tre: dovrebbe riposare Pepe, affaticato, e la coppia d’attacco sarà scelta tra Vucinic e il terzetto Del Piero (di cui Conte vorrebbe sfruttare freschezza e momento magico), Matri e Borriello; ma non è escluso dal ballottaggio nemmeno Quagliarella. A centrocampo, l’uomo più temuto tra gli azzurri è Maggio, ancora in dubbio: se giocherà, è pronto per lui De Ceglie, raddoppiato da Chiellini sulla fascia destra ospite. La Juve non guarda il calendario, però ‘sente’ che se batterà il Napoli, molto sarà fatto per blindare il secondo posto. Ma da Torino (e Catania) potrebbe passare anche l’ultimo treno scudetto: ora o mai più, perchè il Milan non può non avere la testa al Barcellona, che incontra di nuovo martedì prossimo, e potrebbe pagare fatica e caldo, con i siciliani gasatissimi dalla loro miglior stagione di sempre. Ora o mai più, perchè si rigioca allo Stadium, dove sono già cadute Inter e Milan, e l’entusiasmo sarà alle stelle. Ora o mai più, per dirla alla Conte, «per continuare a sognare».
Fonte: Il Mattino.it
La Redazione
M.V.
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