I soliti ignoti non risparmiano nessuno. L’ultimo «audace colpo» messo a segno l’altro ieri a Posillipo ha riguardato uno dei simboli del Napoli che fu (e che chiunque abbia almeno più di 40 anni non può non ricordare), capitan Antonio Juliano. I ladri gli hanno svaligiato la casa. Inquietanti le modalità con le quali i ladri avrebbero agito. Inquietanti perché i topi d’appartamento sarebbero entrati in azione in pieno giorno e con la luce del sole ancora forte, compiendo la razzia a tempo di record, in un arco temporale brevissimo all’ora di pranzo. Chi ha pianificato il colpo doveva essersi molto bene informato sulle abitudini e sugli spostamenti dell’ex calciatore azzurro, la cui abitazione si trova sulla collina di Posillipo, non lontano da piazza Salvatore Di Giacomo. Un nuovo episodio che purtroppo (e inevitabilmente) contribuisce a lanciare altre zone d’ombra sul momento difficile che sta vivendo un’intera città sotto i colpi di un assalto violento, quello della microcriminalità.
I fatti. Antonio Juliano – storico capitano della Società sportiva calcio Napoli, vincitore del campionato d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970 con la Nazionale italiana – esce dalla propria abitazione per raggiungere alcuni familiari, con i quali ha un appuntamento, poco dopo mezzogiorno di venerdì. La zona è tranquilla, ma non certo deserta. Qualcuno, in quel momento, sta sicuramente osservando i movimenti dell’ex calciatore. E passa all’azione. I ladri si introducono in casa forzando una finestra, tutto sommato hanno gioco facile ad entrare in casa.
Una volta giunti all’interno, iniziano a frugare nei cassetti, negli armadi, alla ricerca di tutto ciò che possa avere un valore. All’esterno c’è il «palo», vigile e pronto ad avvisare chi si è introdotto nell’appartamento dell’eventuale rientro improvviso di Juliano o di qualche suo familiare. I delinquenti mettono a segno un vero e proprio blitz in meno di mezz’ora. Meno di trenta minuti per riuscire a chiudere la partita e andarsene, indisturbati, portandosi via un bel bottino: gioielli, monili in oro, pezzi di argenteria e persino un personal computer. Dagli atti stilati dalla polizia, che adesso indaga per risalire agli autori del furto, non emerge che siano invece stati trafugati importanti ricordi legati alla carriera dell’ex capitano azzurro.
Le indagini, dunque. Sull’accaduto lavorano gli uomini della Squadra mobile della Questura di Napoli, diretti da Ferdinando Rossi, i quali ancora stanno quantificando il valore degli oggetti sottratti. Un fatto è certo: chi ha svaligiato casa Juliano sapeva il fatto suo. Una banda di professionisti del furto nelle abitazioni. «Preferisco non rilasciare dichiarazioni. Dico solo che, ovviamente, questo fatto mi ha molto amareggiato e preoccupato», è l’unico commento che Antonio Juliano ha voluto rilasciare al nostro giornale. Un commento che non nasconde, oltre all’amarezza, anche tutte le perplessità e un filo di preoccupazione per come si sono svolti i fatti.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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