«Napoli, terra di San Gennaro, ehm». Così inizia la sua intervista al sito ufficiale del Genoa il difensore Daniele Portanova, anni 34, devoto di Padre Pio, che affronterà dopodomani al San Paolo in un duello “religio-pallonaro” il capocanoniere del campionato, l’evangelico Edison Cavani, 26 anni, soprannominato dai tifosi azzurri “el matador”. Portanova è un vero e proprio spauracchio della squadra azzurra: il 16 dicembre scorso, appena rientrato dalla squalifica per quattro mesi per omessa denuncia, segnò con la maglia del Bologna il gol della vittoria per 3-2 con un preciso colpo di testa. «L’ultima volta che l’ho affrontato – racconta il difensore del Grifone – vestivo un’altra maglia, sempre rossoblù, del Bologna. Chissà che non dica qualcosa, tra corsi e ricorsi. Sarà dura. Fece gol ma segnai anch’io e fu il gol più importante della serata, firmai la vittoria al San Paolo. Sono passati pochi mesi».
Non poteva mancare un richiamo agli aspetti religiosi. «Sinceramente non so dire se la fede possa incidere sul rendimento e gli aspetti lavorativi. L’incontro con la Chiesa a me regala pace interiore, pregare mi fa sentire libero mentalmente, non so lui». Dalla religione alla marcatura dell’evangelico Cavani: «E’ un giocatore imprevedibile, un iradiddio quando attacca la profondità, svariando su tutto il fronte. Lui e Balotelli sono gli attaccanti più forti in circolazione alla domenica».
Portanova sente aria di derby in famiglia poiché «mia moglie, Antonia, un angelo, è di Arzano e a Napoli è di casa. Napoli è una città attraente e difficile, divertente e ospitale. Castel dell’Ovo, Mergellina e Arzano, perché se non lo nomino mia moglie mi fa a fette, sono i posti che associo ai miei viaggi a Napoli». Gran finale sul gemellaggio tra la tifoseria genoana e quella napoletana: «Mi sa di qualcosa di naturale e di giusto. Sono due realtà simili per il modo in cui vivono il calcio e la passione che esprimono per le squadre» conclude Portanova.
Fonte: pianetagenoa1893.it
La Redazione
A.S.
