Truffato due volte. E sempre nello stesso modo. E’ questo che ha denunciato ai carabinieri Sergio Porcedda. Ieri il presidente del Bologna, accompagnato dall’amministratore delegato Silvino Marras, si è presentato alle 13,30 alla caserma dei carabinieri della stazione Bologna, in viale Panzacchi, e ha raccontato la sua verità. Poi alle 16,15 è uscito ed è sfrecciato via, dopo una breve dichiarazione ai cronisti assiepati, in cui ha detto “la colpa è tutta mia”, senza però spiegare nulla. Poco prima, invece, ai militari dell’Arma aveva in sostanza spiegato di essere stato raggirato in tempi diversi da tre persone, tre intermediari finanziari che, dietro pagamento della relativa provvigione, gli avevano procurato due fidejussioni da 6-7 milioni di euro emesse da una finanziaria straniera e da una banca italiana. Lui avrebbe pagato circa 130mila euro in totale agli intermediari, ma le fidejussioni sono poi risultate fasulle. A queste presunte truffe Porcedda lega la situazione drammatica che si è venuta a creare per il Bologna. Porcedda ha presentato in realtà due denunce. La prima un mese fa, per la quale c’è già un’inchiesta in Procura che ipotizza il reato di truffa e che vede indagato il presunto intermediari, una persona di fuori Bologna, residente vicino a Roma. Il presidente ha raccontato ai carabinieri che l’uomo gli aveva proposto una fidejussione, emessa appunto da una finanziaria con sede in Gran Bretagna. Lui così avrebbe pagato la provvigione di 100mila euro al mediatore, a fronte della consegna dei documenti relativi alle fidejussioni milionarie. Il perfezionamento sarebbe avvenuto vicino a Roma, nel domicilio del mediatore. Settimane dopo, però, si è scoperto che le fidejussioni arrivavate dalla fantomatica finanziaria straniera, erano farlocche. E così, un mese fa, è stata appunto presentata la prima denuncia. Porcedda, a quel punto, avrebbe dovuto essere particolarmente sospettoso nei confronti del sottobosco finanziario. E invece, a quanto pare, c’è ricascato. E arriviamo così ai fatti di questi giorni. Una decina di giorni fa un altro intermediario gli avrebbe presentato un secondo mediatore, che ha millantato agganci con la Bnl e gli ha proposto una fidejussione della banca. Il presidente ha accettato, a fronte di documentazione intestata Bnl (probabilmente falsa). Poi ha pagato ai due intermediari, entrambi di fuori Bologna, circa 30mila euro. Le fidejussioni (relative agli stipendi dei giocatori) sono poi state spedite alla Lega, che ha chiesto conto alla Bnl, che però era estranea alla vicenda e all’oscuro di tutto. E ha ovviamente risposto picche. Così Porcedda si è ritrovato con in mano carta straccia, che ieri ha portato ai carabinieri. Ora la Procura, quando arriverà la seconda denuncia, la farà confluire negli atti del primo fascicolo. Sarà valutato ogni aspetto della questione. Il Bologna dovrebbe essere, in questa vicenda, parte lesa. Le bocche sono cucite al Palazzo di vetro di Piazza Trento e Trieste. “Valuteremo con attenzione – si limita a dire il portavoce Walter Giovannini, procuratore aggiunto – non appena ricevute le carte”. Tornando a Porcedda, uscendo dalla caserma tutto sorridente ha detto: “Dirò tutto domani (oggi, ndr). Con i Menarini siamo ancora fidanzati. Non mi sento incastrato, ma appesantito da tante cose. Sono venuto meno alla parola data per un motivo ben specifico per cui sono venuto qui. Sono cose che capitano nella vita. Non diamo le colpe agli altri. La colpa è sempre mia”.
la redazione
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