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«Pomodori in Cina», De Laurentiis e l’altra sfida in Oriente

Non c’è soltanto il calcio nei progetti del patron partenopeo sempre più interessato al mercato asiatico

Agricoltura biologica. È questo l’argomento che sembra interessare di più in questo periodo il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Ne parla appena può, nel corso delle interviste che gli vengono richieste soprattutto per parlare di calcio e cinema. La prima volta lo ha fatto durante la lunga conversazione in diretta con Skysport 24 dal ritiro azzurro di Dimaro. Quando tra un elogio a Insigne e un invito a Platini a un controllo più accurato sul fairplay finanziario di molti club europei, concluse con un annuncio forse allora sottovalutato: «Non guardo mai al passato, ho sempre voglia di novità, infatti ho deciso di dedicarmi all’agricoltura biologica».
L’argomento allora non venne approfondito, fu solo oggetto di qualche battuta in rete da parte di qualche tifoso che invitava il presidente a «cacciare le patate», evidentemente non per il mercato ortofrutticolo ma per quello dei top player. L’argomento agricoltura è tornato d’attualità in Cina, alla vigilia della partita di Supercoppa. Perché è il mercato cinese a interessare il presidente De Laurentiis: per il calcio, con l’organizzazione della Dragon Cup; per il cinema, con il progetto di un film scritto e pensato proprio per gli spettatori del Paese più popoloso del mondo; per l’agricoltura biologica, con la produzione di pomodori: l’oro rosso. Ha spiegato ad AgiChina 24: «Vorrei fare l’agricoltore. Sì, un agricoltore moderno. Ma per questo ci vuole più tempo. Mi spiego: convinto come sono che la nostra salute nasca dalla qualità dell’alimentazione, mi piacerebbe poter investire in colture biologiche sul territorio cinese, importando in Cina la cultura contadina italiana». Per poi ricordare di avere operato «una selezione di una quindicina di tipi di pomodoro su ben 1.500: mi farebbe piacere portare la mia scelta in Cina, cercare i terreni giusti, la composizione chimica e sperimentare le qualità che vi si riproducono. E poiché sono un eccellente tecnico della distribuzione del prodotto, mi sarebbe facile organizzare la distribuzione del pomodoro anche per un miliardo e mezzo di persone. Cercando di scommettere sull’integrità della salute e sull’allungamento della vita».
Un’impresa di non poco conto considerando che attualmente è il mercato italiano ad essere invaso dai prodotti agricoli cinesi, spesso cloni dei nostri tesori della terra come i pomodori San Marzano. Una sfida vera, di quelle che piacciono a De Laurentiis, novello Cincinnato.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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