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Plastino: “Al di là del centravanti e del gioco, c’è qualche problema nella psicologia del gruppo. Colpa anche di Sarri…”

"Non deve entrare nella testa dei giocatori che ormai è quasi tutto finito, in questo anche l'allenatore ha qualche responsabilità"

Michele Plastino è intervenuto ai microfoni di “Si Gonfia la Rete” in onda sulle frequenze di Radio Crc. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: “Sul finale di Napoli-Lazio?Mi aspettavo un qualche cambiamento di rotta nel Napoli nel finale della partita con la Lazio, anche per far cambiare qualcosa in corsa al Lazio che aveva preparato la partita come la Roma, cioè giocando sul Napoli. Il gioco del Napoli è bellissimo ma è quello, si potrebbe definire quasi scontato, non prevede alternative e soluzioni diverse. Se fatto con la giusta velocità è irresistibile, ma se gli allenatori avversari trovano le contromisure allora il Napoli fa fatica. Lo scorso anno c’era Higuain, se ti abbassavi troppo rischiavi che il Pipita qualcosa combinava in area. Sarri deve trovare le giuste contromisure agli avversari. Se facciamo la somma delle partite dello scorso campionato e quelle finora disputate, continuo a ribadire che è il Napoli a esprimere il miglior calcio. Il Napoli non ha preso a pallonate la Lazio, non sono d’accordo sul dominio dei partenopei. Su Reina? Dire che in fin dei conti è già dallo scorso anno che lo spagnolo non convince non è lesa maestà. Già lo scorso anno lo vedevo meno reattivo, poi è una splendida persona e un leader dello spogliatoio, ma deve comunque parare un portiere. Non che lo spagnolo non lo sappia più fare, attenzione. Reina nell’ultima partita si è forse per la prima volta disperato con sè stesso, un errore sì appariscente ma non del tutto dovuto a lui. La società deve preparargli un ruolo importante, magari da dodicesimo alle spalle di un portiere giovane da crescere. Sportiello? Lo vedo discretamente. Sepe può essere anche provato, anche se il Napoli non è una società che può fare una prova. Non deve entrare nella testa dei giocatori che ormai è quasi tutto finito, in questo anche l’allenatore ha qualche responsabilità. Sarri è il miglior addestratore del campionato italiano insieme a Spalletti, ma sulla comunicazione continuo a nutrire qualche perplessità. Perchè dare un’idea di rassegnazione guardando al distacco con la Juventus? Così si forniscono alibi ai giocatori, come a dire “a quelli non ci arriveremo mai”. Magari poi negli spogliatoi ha chiarito la natura di queste dichiarazioni. C’è qualcosa in questo Napoli, al di là del centravanti, che non va, nella psicologia di gruppo. Sul rapporto tra De Laurentiis e Sarri? Già lo scorso anno c’erano state delle ingerenze del Presidente con Sarri che lo stesso allenatore aveva poi accettato, sin dal cambio modulo ad inizio della scorsa stagione su cui De Laurentiis si prese i meriti pubblicamente. Sarri era per la prima volta nella sua vita nella vetrina d’Europa, del grande calcio, per questo non reagì lo scorso anno. Dopo un anno, Sarri sa che è entrato nel mondo dell’elite, e se anche De Laurentiis lo dovesse calciare, una squadra dopo quanto fatto la trova. Il suo pensiero psicologico è diverso, le conseguenze ci sono. “

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