Si sono chiusi venerdì scorso i lavori del Coconuda Team Napoli Soccer, la rappresentativa campana dei giocatori senza contratto. Uno dei pilastri dell’organico di Michele Califano e Lello Di Napoli è stato certamente Angelo Piscitelli (28), esterno destro difensivo ex Marcianise, Sorrento e Cavese. Dopo più di due mesi di allenamenti condotti sempre con grande professionalità e disponibilità, adesso il giocatore casertano si è aggregato al Gladiator, in attesa della chiamata giusta. Una condizione che non pesa più di tanto sul suo morale. Piscitelli è uno di quelli abituati a fare gruppo, per indole e doti caratteriali. “Sì, sono così, cerco innanzitutto di divertirmi – ci racconta -. Ora mi sto allenando col Gladiator per mantenere la forma fisica ma non c’è altro con loro. La mia priorità è quella di trovare una sistemazione tra i professionisti. Del resto ho giocato negli ultimi sei anni tra Prima e Seconda Divisione. E’ ovvio che, di fronte ad un progetto serio e ad una piazza stimolante, non rifiuterei pregiudizialmente di scendere di categoria. Qualche richiesta dalla D c’è stata, ma non mi ha convinto del tutto. Adesso aspetto, perchè non posso sbagliare la mia scelta. Ho solo 28 anni e se lo facessi pregiudicherei il prosieguo della mia carriera”.
Calcisticamente ti sei svezzato nel Marcianise. Poi c’è stata la fine della bella favola gialloverde
“Il Marcianise per me è stata una famiglia. Lì ho vissuto anni importanti, favolosi, emozionanti. Il vero artefice di tutto è stato ovviamente il presidente Bizzarro, un uomo pragmatico e competente. In un dato quella società dimostrò grande intelligenza: riconfermare il blocco il gruppo che veniva dalla D. E farlo anche negli anni seguenti. Bizzarro del resto aveva un progetto ambizioso: traghettare il club in B. Per portare a termine questo sogno, voleva costruire un nuovo stadio. Ma non trovò l’accordo col Comune. Da lì maturò l’idea di trasferirsi a Caserta per far rinascere i Falchetti. Bizzarro ha cercato fino alla fine di coinvolgere altri imprenditori, ma mantenendo sempre un ruolo da leader. Poi purtroppo non è stato supportato dalla Provincia, così si è sentito solo e tutto è naufragato. Per quanto mi riguarda, io avevo già l’accordo col club per rimanere. Poi, con la mancata iscrizione al campionato, accettai la proposta del Sorrento”.
Ricordi belli e brutti dell’esperienza in costiera?
“I ricordi belli sono legati all’ambiente ed alla città, naturalmente. Poi la società è di prim’ordine, seria ed ambiziosa. Ecco perchè non esitai a venire. Per me fu anche un’enorme soddisfazione essere stato scelto per le mie qualità: non conoscevo nè l’allenatore nè il ds Avallone, il quale chiamò il mio procuratore per avermi. Purtroppo qualcuno non mi ha valorizzato come avrei meritato. Mi sono sempre allenato con grande professionalità, eppure non giocavo mai. Ho fatto comunque in modo di non dare alibi a chi mi gestiva, lavorando a testa bassa ed in silenzio. Ma era la squadra ad essere fortissima ed ancora non capisco come abbia fatto a non vincere il campionato con quel potenziale. Quando a gennaio sono andato alla Cavese, ho giocato con tutti gli allenatori che si sono alternati: Rossi, Melotti e Dellisanti. Segno che quello che in passato avevo fatto di buono evidentemente non era passato inosservato, nonostante le prevenzioni di qualcun’altro. A Cava mi proposero un contratto fino a giugno più opzione se ci fossimo salvati. Mi voleva anche l’Andria, che era disposta a girare Pierotti al Sorrento. Proprio i rossoneri rifiutarono l’affare”.
In estate ti sono arrivare richieste dirette?
“Qualcuna dalla D, come detto. Poi mi ha cercato il Portogruaro tramite un intermediario. Purtroppo non abbiamo trovato l’accordo economico”.
E’ così che nasce l’idea di sposare il progetto del Coconuda Team Napoli Soccer
“E ne sono stato contento ed orgoglioso. Si è rivelata un’esperienza gratificante ed altamente professionale. C’era un’organizzazione eccellente e di assoluta qualità, nelle strutture e nei tecnici. Avevamo l’obiettivo di prepararci atleticamente in modo adeguato, aspettando un possibile rientro. E con professionisti come Albarella e Varracchio (i due preparatori atletici, ndr) direi che l’abbiamo raggiunto in pieno. E poi la riuscita del progetto è testimoniata dal prestigio dei calciatori che si sono alternati in questi due mesi, tipo Biancolino, Montervino e molti altri. La rosa era veramente forte: abbiamo vinto a mani basse tante amichevoli con squadre professionistiche. A parte tutto, di questo gruppo mi sono piaciuti l’affiatamento e la disponibilità. Ci si aiutava a vicenda, ogni singolo era a disposizione dell’altro. Non ci si veniva ad allenare solo per perdere tempo e badare esclusivamente alla propria condizione. Non mi meraviglia che, alla fine, in moltissimi si siano sistemati. Anche qualche under mi ha favorevolmente impressionato: penso a Raffaele Carnicelli, un attaccante del ’91”.
La Redazione
C.T.
Fonte: Stefano Sica per Tuttomercatoweb
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