Era l’agosto del 1994 quando in una sera d’estate battemmo una squadra inglese che a quel tempo in pochi conoscevano. Era il Chelsea. Agostini e Rincon andarono a rete e conquistammo la finale della Makita Cup che alla fine, però, entrò a far parte della bacheca dell’Arsenal. In quegli anni il blasone e la storia del Napoli erano di gran lunga superiori ai Blues e il campo, seppur in amichevole, lo confermò. Venivamo dagli anni magici di Maradona, quelli dei due scudetti e della coppa Uefa, e tutta l’Europa ci rispettava per questo. Da quel giorno di anni ne sono passati quasi venti e tutto è cambiato. C’è stata in primis una rivoluzione nel calcio, nel modo di giocarlo e nello stesso tempo anche di gestirlo. Poi il destino personale dei due club ha stravolto le gerarchie. Il Napoli ha iniziato un tracollo inesorabile che lo ha portato a ricominciare una nuova vita dalla Serie C. Sul cielo di Londra, invece, sono piovuti i milioni di Abramovich che hanno portato i Blues a calcare in modo costante i campi più importanti della Champions League. Finalmente le distanze si sono assottigliate e domani, al San Paolo, va in scena una delle partite più importanti per il club azzurro. Un ottavo di finale che rende onore alla storia e al pubblico di questa città che merita un palcoscenico internazionale di questa portata. Merito anche di un presidente determinato e oculato che in pochi anni ha restituito a Napoli il lustro calcistico che sembrava ormai dimenticato. Ovviamente il paragone non regge con i soldi spesi dal magnate russo per allestire quel Chelsea che conosciamo oggi, ma in campo scendono i calciatori ed in questo momento ho molta fiducia nel gruppo azzurro. Il cammino del Napoli nella fase a gironi è stata a dir poco entusiasmante. La squadra di Mazzarri è riuscita a superare a testa alta un girone da tutti reputato proibitivo a dimostrazione che il gruppo costruito dalla società gira e funziona bene. La strategia di mantenere i campioni e di rinforzare la squadra con un innesto di qualità all’anno sta producendo i suoi frutti. Certo non si può ottenere tutto e subito e la partita che va in scena al San Paolo già deve essere considerata un grande risultato. Se a questo ci si aggiunge che il Chelsea non sta esprimendo da tempo il suo miglior calcio ecco che diventa tutto più interessante. Il Napoli, infatti, se gioca come ci ha fatto vedere nelle grandi occasioni ha buone possibilità di far bene, anche se i Blues sono imbottiti di campioni e non sottovaluteranno mai un match di Champions League. A tutto questo bisogna aggiungere anche il campionato e la Coppa Italia, dove il Napoli è ancora in corsa. Una stagione al momento positiva che ha messo in luce anche i pregi di un allenatore che ha saputo dosare le forze dei calciatori per arrivare a febbraio ancora con tre strade da percorrere. Da portiere a portiere poi desidero fare i complimenti a Morgan De Sanctis che negli anni ha saputo acquisire quell’autorevolezza giusta per guidare tutta la difesa partenopea. È davvero un leader di questo Napoli ed è giusto che riceva dall’ambiente le dovute attestazioni di stima. Come non complimentarmi anche con Rosati. Un ragazzo d’oro che nonostante i pochi minuti da titolare ha saputo farsi trovare pronto. Contro la Fiorentina, ad esempio, ha fatto un paio di parate decisive che hanno salvato il risultato. Prestazioni così, una tantum, non sono facili da realizzare e questo è un segnale che si respira un clima positivo anche in panchina laddove non esistono invidie e rivalità. Gli ingredienti ci sono tutti, ora non ci resta che aspettare domani sera per vedere finalmente il Napoli riconquistare, con una prestazione da incorniciare, quel ruolo in Europa che la storia gli riserva.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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