“Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce, con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi”. Umberto Saba raccontò così, nella celebre poesia “Goal”, il delicatissimo ruolo del portiere. Pietro Gedeone Carmignani forse non versò lacrime in quel pomeriggio del 6 aprile 1975, ma di certo un senso di amarezza lo avvolse quando raccolse in fondo al sacco quel pallone. “Il Napoli era lanciatissimo verso la conquista del suo primo scudetto. Poi Altafini…”. Proprio lui, quel Josè che aveva deliziato per anni la folla partenopea, diede scacco matto agli azzurri.
Che ricordo ha Carmignani di quella partita?
“Fu una gara spettacolare, giocata ad altissimi livelli da entrambe le formazioni. Avremmo potuta vincerla, anche perchè prima dell’episiodio finale ce ne fu un’altro, altrettanto importante ma che nessuno ricorda”
Lo faccia lei.
“Eravamo sull’1-1. La Juve si era portata avanti con un gol di Causio nel primo tempo, per noi aveva pareggiato Juliano dopo un quarto d’ora dall’inizio della ripresa. Dino Zoff salì in cattedra proprio su un tiro del nostro capitano: compì un miracolo il portiere della Juve, con alcuni di noi che avevano già le braccia alzate al cielo”
Anche Zoff core ‘ngrato allora?
“Beh, quella parata fu decisiva almeno quanto il gol di Altafini”
Come andò l’azione che portò il centravanti brasiliano a segnare il gol della vittoria?
“Arrivò da calcio d’angolo. Ci fu una mischia in area di rigore, la palla schizzò sul palo. Josè era un attaccante furbo, si era posizionato benissimo. Per lui fu un gioco da ragazzi mettere dentro il tape in vincente”
A distanza di anni cosa vorrebbe dire ad Altafini?
“Lui fece solo il suo dovere. Poi magari i napoletani lo etichettarono core ngrato per ovvi motivi. Scherzando, gli direi: potevi buttarlo fuori quel pallone!”
Fu in quella partita che svanirono i sogni scudetto del Napoli dunque.
“Si, ma non solo. Purtroppo in quel campionato ci penalizzò molto il fatto di non essere mai riusciti a vincere fuori casa, se non all’ultima giornata contro il Varese”
Oggi è tutta un’altra storia. Il Napoli si presenta a Torino consapevole di poter fare l’impresa.
“Non sarà semplice. Le squadre, tecnicamente, si equivalgono. Ma la Juve ha qualcosa in più dal punto di vista mentale: l’abitudine a giocare sfide del genere. Ecco, questo è l’unico vantaggio che hanno i bianconeri”.
Fonte: Raffaeleauriemma.globalist.it
La Redzione
M.V.
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