L’ex DG azzurro, Pierpaolo Marino, è intervenuto ai microfoni di Radio Amore. Ecco quanto evidenziato da Iamnaples.it:
“La linea difensiva del Napoli, in occasione del ricorso per la squalifica di Lavezzi? Sicuramente, la prova televisiva non comprova lo sputo di Lavezzi e quindi non giustifica la squalifica inflitta al Pocho. Purtroppo, è sorto un equivoco da cui è scaturita una polemica dovuta alle dichiarazioni rilasciate dall’avvocato del club partenopeo. Controcampo non ha fornito nessun altro filmato, anzi tutti gli ospiti presenti in studio hanno sottolineato che con quelle immagini televisive Lavezzi non poteva essere squalificato. Non ho visionato l’ingrandimento del filmato fatto dalla Procura Federale, ma stando alle immagini che ho visto io, non c’erano i presupposti per squalificare il Pocho”.
A Milano il Napoli può anche pareggiare? “Gli azzurri non devono risolvere il loro campionato vincendo a San Siro. Certo, se il Napoli vincesse, sarebbe meglio, ma gli azzurri hanno due risultati su tre a disposizione. Un pareggio sarebbe un ottimo risultato che non ridimensionerebbe per nulla le ambizioni del club partenopeo. Gli azzurri possono fare una grande prestazione a Milano. Tuttavia, è necessario giocare a ritmi molto alti, altrimenti le maggiori individualità dei rossoneri potrebbero emergere”.
Meglio un tecnico autoritario o un allenatore emergente? “Gli anni passano per tutti e, probabilmente, alcuni allenatori vincenti e autoritari del passato non sono più di moda. Il vero problema, però, è che gli spogliatoi ormai sono difficilmente gestibili, perché è aumentata la libertà contrattuale dei giocatori. Questi ragazzi ormai hanno ingaggi notevoli e sono diventati delle vere e proprie aziende. Intorno ad un calciatore, oggi ruotano molti interessi e per un allenatore non è facile gestire queste situazioni. Credo che, ad esempio, Ranieri e Benitez abbiano subito questi problemi”.
Zuniga? “Il difensore colombiano, quando è arrivato a Napoli, ha subito un infortunio che ne ha condizionato il precampionato. Oltretutto, per ingaggiarlo ho dovuto battere la concorrenza di club importanti come la Juve. Mi fa molto piacere che si stia affermando nel ruolo di esterno sinistro, poiché, quando lo acquistai, la mia intenzione era di utilizzarlo su entrambe le fasce in caso di necessità”.
Sosa? “Lo conosco bene, perché lo seguivo da molto tempo. E’ un centrocampista offensivo e non una seconda punta. Credo che sia poco adattabile al calcio italiano, perché ha un ritmo compassato e non ha il necessario cambio di passo e l’esplosività che occorre per giocare in Italia. Probabilmente, anche in Germania ha fallito per lo stesso motivo. Tuttavia, questo non significa che non sia un buon giocatore”.
Sono maggiori i meriti del Napoli o i demeriti delle “grandi”? “Il Napoli non è così in vetta solo per demeriti altrui, ma perché esprime il miglior calcio d’Italia. Il club partenopeo aveva già una grande rosa e sta migliorando di anno in anno. Il Napoli non è solo Cavani, anzi se l’uruguaiano ha segnato venti goal, credo che sia merito anche di tutti gli altri giocatori. Oltretutto, Mazzarri ha gestito bene la preparazione atletica e il dottor De Nicola sta svolgendo un ottimo lavoro”.
La Redazione
A.F.
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