Pierpaolo Marino scoprì Marek Hamsik per caso. Era andato a Brescia per assistere alla partita con l’Albinoleffe e vedere all’opera il centrocampista Milanetto che era tra gli obiettivi del Napoli. Venne attirato, invece, dai movimenti di un calciatore che tanto somigliava al figlio Gianmarco. Era Hamsik. Da quel giorno cominciò a seguirlo finchè non ne definì l’acquisto.
«Con gli anni Marek è cresciuto tanto, è diventato il pilastro della sua nazionale, ha acquisito un’esperienza internazionale notevole nonostante la sua ancora giovane età, oltre ad essere un elemento fondamentale per il Napoli -ha detto l’attuale dg dell’Atalanta- Credo che nel giro di qualche anno possa aspirare a pieno titolo al pallone d’oro. Ci sono pochi calciatori al mondo così duttili ed abili negli inserimenti offensivi».
Anche per Mazzarri, lo slovacco ha compiuto progressi importanti sul piano tecnico-tattico: «Marek è capace di interpretare più ruoli nell’arco della stessa gara e come sa inserirsi lui in fase offensiva non lo sa fare nessuno. E’ un calciatore intelligente, altruista, implacabile negli ultimi venti metri ed anche infallibile dal dischetto».
«Un ragazzo di poche parole, testa sulle spalle e grande serietà – disse Mario Somma, uno dei tecnici che lo ha allenato a Brescia – Lavora con una professionalità esemplare e dei giovani centrocampisti in circolazione al mondo è sicuramente tra i primi tre».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
