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Pier Francesco Parra: «L’allenamento in quota può aver fatto bene al Matador»

Il parere del medico della nazionale di tennis che ha curato anche Djokovic

Nadal, Djokovic o Federer. Per loro i voli intercontinentali sono come un giro in taxi per i comuni mortali. Il viaggio di Cavani La Paz-Capodichino sarebbe ordinaria amministrazione per chi una settimana vince a New York e quella dopo tira bordate micidiali a Pechino per poi arrivare al quinto set a Roma. Nella sua carriera di medico Pier Francesco Parra, responsabile medico della nazionale italiana di tennis ha curato il numero uno serbo, ha lavorato con club di A di calcio e top atleti di altre discipline.
Come si può rendere al massimo dopo un viaggio così lungo?
«Salendo sull’aereo e pensando di essere già arrivati».
Cioè?
«Pensare già con il fuso del paese dove dobbiamo arrivare. Mangiando negli orari in cui si pranza o cena nella nostra destinazione, dormendo quando lì e notte e così via».
L’uovo di colombo.
«Esatto. Il top atleta, come il normale turista, se vuole assimilare al meglio possibile il volo deve entrare nell’ottica della normale stanchezza da viaggio senza aggiungere il problema del fuso».
E quello che fanno i tennisti?
«Se c’è un atleta abituato a girare il mondo come una trottola è proprio il tennista ma attenzione. Non è una regola applicabile a tutti. Ci sono diversità comportamentali ed individuali come è ovvio. Non è detto che gli atleti reagiscano tutti allo stesso modo».
E Cavani?
«Lui è un grandissimo atleta e io non mi preoccuperei molto. Al massimo tirerà dritto fino alla sera, mangerà leggero e cercherà di andare a dormire nell’orario italiano in modo da avere un primo sonno come lo avrebbe ognuno di noi. Il giorno dopo sarà un po’ stanco nel pomeriggio. Ma per la partita subentrerà l’adrenalina, la prestazione, le motivazioni che fanno dimenticare tutto».
Quanto pesa il fatto di arrivare dai 2000 metri della Bolivia?
«Sa che le dico? Forse può anche fargli bene. Chi effettua allenamenti in altura può avere benefici per l’ossigenazione. Quindi giocare immediatamente può essere anche un vantaggio».
Quindi non arriverà stanco?
«La stanchezza vera è un’altra questi sono superatleti. È il loro lavoro e lo sanno fare al meglio».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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