I fronti sono due: quello finanziario e delle date. Per la Coppa America di vela a Napoli la strada è in salita, non impossibile da percorrere e su questo si stanno impegnando al massimo il presidente della Regione Stefano Caldoro e il sindaco Luigi de Magistris. C’è un piano di salvataggio in atto di cui se ne saprà di più entro la prosisma settimana. Nessuno è disposto – lecito sottolinearlo – a subire ricatti dall’Acea, la società americana di Richard Worth che gestisce i diritti delle preregate. «Io non sono preoccupato – dice il sindaco – Come sempre ci sono problemi e difficoltà ma ce la faremo anche per la prima tappa ci sono state. È complicato ma stiamo mettendo in campo tutte le condizioni perché si faccia. Spetta agli americani confermare la scelta. Hanno comunque ribadito la massima disponibilità per farla a Napoli». Il governatore è più problematico sulla questione ma allo stesso tempo ottimista: «Siamo preoccupati – dice – come l’anno scorso, perché non ci sono mai questioni semplici quando si organizza un grande evento». Per il presidente della Regione non bisogna derogare da un principio base: «Ci sono interessi che noi difendiamo che sono quelli delle Istituzioni, della comunità perché l’evento si svolga in una certa maniera e in una certa data. Ci sono interessi diversi, quelli di chi organizza, e devono collimare». Bisogna trattare – secondo Caldoro – sapendo che al tavolo ci sono enti pubblici: «Non c’è dubbio che la situazione va chiarita e mi auguro che avvenga in tempi brevi, il pool in campo è composto da Istituzioni, Camera di commercio e dell’Unione industriali. Quello che dovrà essere sarà fatto al momento opportuno in trasparenza». La novità – che testimonia della fiducia di come il lungomare possa essere il palcoscenico per il secondo anno consecutivo dei catamarani volanti – è il probabile ingresso nell’Acn, la società di scopo composta da Regione, Comune, Provincia e Industriali che tratta con Acea, della Camera di commercio presieduta da Maurizio Maddaloni.
Come stanno dunque le cose? Come anticipato da Il Mattino le regate sono a rischio perché Acea vorrebbe un’anticipazione di un milione tramite una fidejussione bancaria a valere sulle regate del 2013 subito. E contestualmente vorrebbe cambiare le date, ovvero da maggio ad aprile. Comune e Regione non hanno problemi di liquidità, nel senso che il milione c’è o ci sarebbe pure ma non prima di dicembre e sicuramente solo a condizione che i patti vengano mantenuti. Nella sostanza è stato firmato un contratto che in corso d’opera Acea vorrebbe cambiare. Di più, come sottolineano dalla Provincia «abbiamo anticipato per intero la somma di 3 milioni – racconta il presidente del Consiglio Luigi Rispoli – e se non si dovessero tenere le regate per il 2013 pretendiamo che metà della somma ritorni nelle nostre casse». Siamo alle schermaglie giudiziarie? Nessuno auspica una simile situazione ecco perché le trattative sono aperte, con la certezza che Acea è molto sensibile al brand Napoli, con il doveroso rispetto per Venezia, concorrente diretto, il lungomare ha un appeal televisivo che ha pochi uguali al mondo. «Le difficoltà ci sono – spiega Rispoli – perché gli americani vogliono cambiare le date una modifica che cambia molto». E veniamo alla Camera di Commercio, possibile nuove partner. «Ci stiamo riflettendo – dice il presidente Maddaloni – in linea di massima siamo della partita ora i tecnici stanno verificando se ci sono tutte le condizioni, anche economiche, ma puntiamo a diventare soci di Acn, del resto il nostro appoggio, se anche da esterni, c’è stato già l’anno scorso». In realtà la Camera di commercio punta a uno scenario più largo per l’Acn, lo immagina come contenitore dove gestire i grandi eventi. Un tema che però al momento non trova tutti d’accordo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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