Gianni Petrucci aspettava un segnale dal calcio, una forte presa di posizione dei presidenti dei club, soprattutto i più prestigiosi, e della Lega di serie A dopo la seconda ondata di arresti disposti dalla Procura di Cremona. Ma evidentemente le parole di circostanza di alcuni dirigenti non sono state ritenute sufficienti dal presidente del Coni, che ha mosso un duro attacco ieri, proprio nel giorno in cui è stata consegnata alle federazioni una direttiva sull’etica sportiva per la sospensione di tesserati per reati connessi alla loro attività, dalle scommesse al doping, alla pedofilia e all’associazione a delinquere (sarà automatica e non successiva alla sentenza definitiva, come chiedeva la Lega di serie A dopo le sentenze di Calciopoli).
Petrucci ha parlato al Foro Italico, a margine dell’ultima riunione di Giunta del 2011. Lunedì sera a Napoli, ospite della «Fondazione Cannavaro Ferrara» per un gala di beneficenza, era apparso scosso per l’arresto di Doni e altri calciatori. Ha sottolineato il numero uno dello sport italiano:
«Questa è un’altra pagina che non onora di certo il nostro mondo. I fatti e le immagini di lunedì hanno toccato lo sport italiano. Siamo tutti turbati, ma anche le leghe devono esserlo. La Lega di serie A ha fatto un incontro lunedì sera e nessuna parola è stata detta su quello che accaduto: parlano solo di divisioni di soldi».
Il presidente del Coni ha sottolineato l’assenza di alcuni presidenti alla riunione di lunedì sera a Desenzano sul Garda, tra cui quello del Napoli, De Laurentiis.
«Si tratta di importanti imprenditori e non mi sembra che siano andati alla cena della Lega».
Lui li aveva invitati una settimana fa al tavolo della pace, allestito nei saloni del Foro Italico per cercare un punto di intesa tra Inter e Juve e un piano di rilancio del settore. Ha aggiunto Petrucci:
«Quei dirigenti non hanno detto una parola sul tavolo della pace e nemmeno sul problema delle scommesse. Niente, solo la divisione dei soldi. Non sta a me parlare di Lega spaccata. Ho esperienza nel mondo del calcio e, da presidente del Coni, dico la mia anche perchè il calcio fa parte del Coni. Io rappresento tutto lo sport italiano. Il mondo del calcio si faccia un esame di coscienza e passi alle riforme».
Una sollecitazione forte, ovviamente concordata con il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, che ieri pomeriggio ha dovuto assistere durante il Consiglio federale a un litigio tra il presidente della Lazio, Claudio Lotito, e un componente del collegio sindacale.
Durissimo, infine, è stato l’attacco di Petrucci a Mario Macalli, potente presidente della Lega Pro.
«Dice che il tavolo della pace è stato un fallimento? Che ne sa lui? C’era forse? Stia zitto, stia al suo posto, dal momento che governa un movimento pieno di debiti. Io non accetto le prediche di chi non era presente».
La tensione è altissima e non solo per lo scandalo scommesse.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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