Quel gol in contropiede di Borriello ha restituito alla Lazio una feroce determinazione, forse smarrita domenica di fronte al Genoa per un eccesso di sicurezza e la voglia smodata di vincere. A volte, se il pallone non entra, si può prendere un pareggio. Petkovic è quasi contento che il campionato riparta subito con una partita da brividi e dal coefficiente elevatissimo di difficoltà. Al San Paolo potrà misurare lo spessore e le ambizioni della Lazio, la voglia di resistere e mettere in difficoltà il Napoli, nei pronostici di tutti indicato come l’anti-Juve. Il tecnico di Sarajevo ritroverà Mazzarri, conosciuto cinque anni fa ai tempi della Samp. Gli piacciono le sue idee innovative, lo aveva affrontato in amichevole con il Bellinzona. Altri tempi, altro calcio. Stasera sarà un esame anche per Petkovic, che ieri in quindici minuti ha raccontato tutto a Formello.
Quale importanza può avere alla quinta giornata di campionato la sfida tra Napoli e Lazio?
«E’ un test indicativo, non solo per la classifica, ma perché troviamo un avversario importante subito dopo una sconfitta. Dobbiamo confermare i progressi e cancellare alcune lacune che si sono viste nell’ultima partita. Napoli e Lazio sono due squadre molto offensive, ma potrebbe anche essere una partita tattica. Potrebbero decidere i dettagli».
Cosa serve per battere il Napoli?
«Personalità, consapevolezza, capacità di mantenere lo stesso rendimento per novanta minuti con qualsiasi avversario. Nell’ultima partita non ci siamo riusciti».
Cavanda verrà confermato?
«Giocheranno sempre i migliori undici e per migliori intendo chi può dare nell’immediato maggiore soddisfazione. Cavanda ha fatto bene, ma in ogni partita deve confermare il suo rendimento. Il discorso vale per ogni giocatore. Potrebbe avere una nuova possibilità, ma valuterò dopo l’allenamento».
Nelle prime giornate aveva giocato sempre con la stessa squadra. Il turn over ha inciso con il Genoa?
«Non penso. Dietro, con due novità, non è cambiato niente. E lo stesso vale a centrocampo. Lulic più avanti aveva già giocato. Forse davanti è cambiato qualcosa e bisognava essere più rapidi a riprendere le posizioni in fase difensiva. Ma tutto sarebbe diventato più facile se avessimo segnato un gol e sbloccato la partita. Gli ultimi dieci minuti non mi sono piaciuti. Abbiamo smarrito il nostro gioco, cercato il cross dalle fasce con molta imprecisione».
Che ne pensa del Napoli?
«E’ una squadra molto forte, costruita guardando al futuro. Ogni anno migliora, aggiungendo pezzo dopo pezzo. Avranno il nostro stesso problema, non arrivano da una partita felice».
Questa partita indicherà l’anti-Juve?
«Non lo so. Nella parte successiva del campionato diventeranno fondamentali i punti e la forza morale. Napoli e Lazio sono due squadre che lotteranno nella parte alta della classifica. Ma è difficile dire oggi chi potrà essere secondo, terzo o quarto. Si vedrà nel tempo. Servono almeno dieci o dodici giornate per decifrare meglio i valori del campionato».
Il Napoli è più forte della Lazio?
«Nessuno è più forte di noi… Bisogna andare sempre in campo con questa testa, con questa mentalità, pensando in positivo. Bisogna avere la giusta convinzione ed essere a volte presuntuosi per dimostrare i valori sul campo».
Come sta Hernanes?
«Vediamo, lo valuteremo nelle prossime ore. Se avessimo giocato ieri, non sarebbe potuto scendere in campo. Ora sta meglio. Sinora ha fatto bene, ma credo che con le sue caratteristiche e il movimento della squadra possa dare ancora di più».
Il Napoli stana le difese avversarie per lanciare Cavani negli spazi. Come imposterà la Lazio la partita?
«E’ importante che sia la Lazio a dare i tempi e i ritmi della partita. A volte leggo del bunker, in altre occasioni si dice che la squadra attacca più alta. Si vedrà sul campo quale tattica proveremo ad usare».
Ledesma è un insostituibile?
«Ci sono sempre giocatori più importanti di altri, ma nessuno è indispensabile. Ognuno deve avere dietro un altro giocatore che può sostituirlo e metterlo in difficoltà».
La Lazio gioca un calcio dispendioso e che richiede tante energie. Si può sopportare a lungo?
«Nel nostro gioco è fondamentale l’intensità, ma non è detto che si corra di più. Se si tengono corte le distanze, si corre meno e aumenta l’intensità. Tentiamo di far correre l’avversario. Mi sembra che dopo sessanta-settanta minuti siamo ancora in grado di aumentare il ritmo e mettere in difficoltà gli avversari».
Domenica sera ha bocciato Zarate? Ci ha parlato? Cos’ha l’argentino?
«Non sono stato deluso da lui. Voi avete dato dei giudizi. Ho ascoltato e ho detto che dopo una sconfitta non sono contento con me stesso e poi con tutti i giocatori. Ogni volta si può migliorare. Non ho parlato con Zarate, ma ho parlato lunedì con tutta la squadra per analizzare la partita e per riflettere su alcune cose. Come non ci esaltiamo dopo le vittorie, non ci abbattiamo dopo una sconfitta».
Lulic non è ancora sui livelli della passata stagione.
«Sino all’infortunio era in crescita, stava prendendo quota. E’ andato in Nazionale, si è rifatto male e nelle ultime due settimane si è allenato poco. Ha perso condizione. Serve tempo e ora deve fare uno sforzo supplementare, ma non è tanto giù. E’ un pochino diesel. Ci vorrà un po’ di tempo per rivederlo in condizione ottimale».
Che ne pensa di Mazzarri?
«E’ un ottimo allenatore, non devo dirlo io. Lo conosco perché ho sempre seguito il calcio italiano. E’ innovativo e non è facile mantenere costanza di rendimento. Lui, per il terzo anno di fila, sta tenendo il Napoli ai primi posti della classifica. Ho avuto la fortuna di giocare contro di lui quando allenavo il Bellinzona e affrontammo la Sampdoria in amichevole. In quella circostanza ebbi modo di conoscere sul campo le sue idee».
Ledesma ha parlato di una Lazio arrabbiata.
«E’ bellissimo possedere questo spirito. Anch’io a Napoli vorrei vedere una Lazio arrabbiata, ma sino al momento della partita faccio finta di non aver ascoltato le dichiarazioni dei miei giocatori. Lo dirò dopo la partita se sarà stata una squadra arrabbiata. Mi auguro che ci sia la voglia di fare bene e di portare a casa il risultato».
Senza Klose la Lazio non segna.
«Come prima cosa non voglio sentir dire che la Lazio è dipendente da Klose. E le statistiche non dicono così. Hanno segnato anche altri giocatori. Voglio una squadra che riesca ad essere pericolosa con tanti giocatori e attaccando da diverse parti del campo. Klose è più concreto di altri sotto porta perché è forte e ha tanta esperienza. E’ naturale che possa fare la differenza. Ma io voglio che anche altri attaccanti abbiano occasione di giocare. Klose non è qui alla Lazio solo per segnare, ma per portare gli altri. E’ un leader. E’ un esempio».
Vero, ma sul mercato la Lazio stava cercando anche un altro attaccante che non è arrivato.
«Allora chiarisco una cosa. Io non sono qui per fare polemiche e non torno indietro, non penso a cosa sarebbe potuto succedere sul mercato. Non mi interessa perché ho dei validi attaccanti. Domenica è toccato a Kozak e Zarate perché avevano giocato bene in Europa League. Poi c’è Floccari e aspetto anche Rocchi, perché sta entrando in forma e mi dimostra in allenamento che sta vedendo sempre di più la porta. Era normale che in precampionato avesse delle difficoltà. Piano piano dovremo portare sul campo questi valori».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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