Petkovic non lascia, ma raddoppia e alza la posta. «Non so se vale mezza stagione, ma questa è una partita importante, perché vincendo ci può permettere di riavvicinarci, abbiamo ancora tutte le chances per agganciare le prime due in classifica» . Il tecnico di Sarajevo ha cercato soltanto di trasmettere messaggi positivi. «Niente timori, solo una cosa nella vita fa paura. Il Napoli è molto forte, ci misureremo con la squadra indicata da tutti come la principale antagonista alla Juve. Noi vogliamo dimostrare sul campo di non essere la terza. Aspettiamo da tanto questa partita, perché all’andata abbiamo perso 3-0. Ora vogliamo rispondere, convinti che il pubblico dello stadio Olimpico ci darà una mano. Spero ci sia tanta gente». E ancora: «Tutti dicono che solo il Napoli e la Juve possono lottare per lo scudetto. Ma noi vogliamo vincere e questa partita ci può permettere di dare un segnale al campionato». Petkovic sta cercando di ritirare su la Lazio, è un momento delicatissimo, ma non si può parlare soltanto del campionato. «Un punto nelle ultime tre partite, ma in mezzo c’è stata la semifinale di Coppa Italia con la Juve in cui la Lazio ha dimostrato il proprio valore».
SQUADRA – Presentando Saha, acquistato da svincolato e applicando una norma Fifa dopo il 31 gennaio per tamponare l’infortunio di Klose, Tare ha parlato dei gufi. Petkovic ha cercato di trasmettere altre sicurezze, cancellando il rimpianto per il k.o. del tedesco, che già nello scorso inverno si era fermato per uno stiramento, impedendo di fatto a Reja di raggiungere un piazzamento Champions. «Ci sono giocatori molto importanti come Klose, ma non voglio che siano indispensabili e ce ne sono anche altri come Floccari che hanno dimostrato di poterlo sostituire. Ci sono altri giocatori che hanno voglia di mettersi in mostra. Se vogliamo battere il Napoli, dovremo esprimerci al 110 per cento». Niente tattica del fuorigioco (sarebbe un suicidio solo pensarlo), ma una Lazio compatta e corta tra i reparti per arginare Cavani. «Dovremo muoverci in modo compatto e giocare con intelligenza per tenere il controllo dell’uomo nella zona. Noi non facciamo la tattica del fuorigioco e se lo fai con poca attenzione, Cavani ti castiga, come è successo per due volte nella partita d’andata al San Paolo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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