Violenza inaudita, cattiveria spregevole, crudeltà: così viene descritta in Questura l’aggressione di cui è rimasto vittima un tifoso della Juventus, colpevole solo di essersi imbattuto in un branco di scalmanati mentre andava a vedere il derby della Mole. Quei pugni, quelle cinghiate, quell’accanirsi con calci alla testa anche mentre il «nemico» era a terra, adesso sono sfociate nell’accusa di tentato omicidio mossa a due ultras del Torino arrestati dalla Digos.
Era il primo dicembre dello scorso anno quando C.R., 46 anni veniva brutalmente pestato a pochi passi dallo Juventus Stadium: fu portato in ospedale e sottoposto a due interventi chirurgici che, se gli salvarono la vita, non riuscirono ad evitare la deformazione del viso e, da allora, un profondo disagio psicologico. I disordini in quella serata continuarono con scontri tra ultrà e polizia. Sembrava finita lì. Ma la Digos non ha dimenticato l’episodio e, dopo mesi di indagine, due dei componenti del branco sono stati individuati e catturati grazie anche ai video delle telecamere di sorveglianza. Le manette sono scattate per Domenico Mollica, 30 anni, operaio, e Francesco Rosato, 26 anni, che vive di lavori saltuari. La caccia ai loro compagni è ancora aperta. L’accusa – tentato omicidio – va al di là dei normali reati da stadio come il lancio di fumogeni, la resistenza o, al massimo le lesioni. Un’accusa gravissima che rappresenta il culmine dell’offensiva delle forze dell’ordine per contrastare la violenza negli stadi. I due fermati hanno ammesso di aver preso parte all’aggressione, per questo Mollica è stato messo ai domiciliari, mentre Rosato resta in carcere per il diverso ruolo avuto nella vicenda.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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