Ha allenato il Napoli a più riprese e ha vinto lo scudetto con la Fiorentina. «Ma certi stipendi non li ho mai percepiti». Bruno Pesaola, personaggio unico, ha bisogno solo di due parole per commentare i 3,5 milioni annui che percepisce Benitez. «Beato lui…».
Quando lei fu strappato alla Scafatese per allenare il Napoli nel ’62, che ingaggio le assicurarono?
«Solo ringraziamenti… Del resto il Comandante Lauro non era generoso, era un uomo brillante e mi disse che per me era già un premio, un’opportunità importante, allenare il Napoli. Non potevo perciò avanzare pretese».
Da allenatore non ha mai avuto stipendi altissimi.
«Ai miei tempi non è che si guadagnasse come oggi. Al Napoli, in verità, non ho mai avuto salari alti, è andata meglio altrove. Ricordo che Fiore mi disse: “Gli amici devono soffrire”. Ed io ero considerato un amico dal Napoli».
Gli stipendi alti di Benitez, Conte, Allegri e Mazzarri che effetto le fanno?
«Se penso che Benitez prende 7 miliardi di vecchie lire… A me non basterebbero altri cento anni come allenatore per raggiungere quella cifra. Ai miei tempi non c’erano sponsor, diritti tv e marketing, c’erano solo gli introiti derivanti dai biglietti o le ricchezze personali dei presidenti. Il più pagato tra di noi era forse Herrera, che mi pare prendesse 100 milioni di lire, non di più».
L’ingaggio di Benitez è proporzionato al calcio di oggi.
«Ma anche alla sua bravura. È venuto a Napoli con le carte in regola: ha vinto dappertutto, è esperto e bravo. Ho imparato che nella vita nessuno ti regala niente, Benitez evidentemente merita lo stipendio che ha. Fanno bene anche molti allenatori italiani ad andare all’estero per guadagnare tanto. Forse mio padre poteva aspettare qualche anno prima di decidere di concepirmi con mia madre…».
Gli allenatori di oggi vengono pagati sempre di più: è il riconoscimento della loro importanza?
«Può darsi, ma non mi pare che lavorino più di quanto facessimo noi, anzi. Con loro c’è uno staff pieno di collaboratori, noi spesso eravamo da soli, tutto il giorno a lavorare sul campo, era tremendo».
Oggi però un tecnico deve essere anche un uomo-comunicazione, saper gestire lo stress…
«Dice? Ma anche noi eravamo sempre rincorsi dai giornalisti. Sa cosa facevo? Invece di dire tutte le cose al sabato, ne dicevo una al giorno, così loro avevano una notizia al dì e io non avevo rotture di scatole…».
Benitez non sarà impareggiabile come il Petisso, però sembra aver già fatto breccia nel cuore dei napoletani…
«È vero, si è presentato bene, in modo anche simpatico. Ha deciso anche di visitare la città, di integrarsi con l’ambiente. È esperto, scafato, intelligente. Ma lo sono anche i napoletani, non hanno l’anello al naso. Per ora va tutto bene, siamo d’accordo, ma poi vogliono toccare con mano prima di giudicare».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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