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Perché Inter-Napoli è già uno spareggio

Si parte da una certezza: nel calcio conta solo un risultato, la vittoria. Accadrà così anche tra Inter e Napoli, domenica sera a San Siro. Il pareggio non serve, a nessuno. Non quello del monte ingaggi che l’indonesiano Thohir esibisce come il suo primo trofeo italiano: all’Inter ha operato un taglio agli stipendi dei calciatori che neppure Cottarelli, il tagliatore di Renzi, avrebbe realizzato. In questa bene merita corsa del gambero ha raggiunto il Napoli, che il fair play finanziario lo interpreta nel modo migliore in Europa. Ma in classifica l’Inter è indietro di due punti, mentre una voragine la distanzia dalla Juventus. Insomma sta peggio,molto peggio e per Mazzarri è stata già ripresa la logora metafora dell’ultima spiaggia, senza neppure concedergli l’attenuante di infortuni e,innesti tardivi. Così, vista dal campo, sta molto meglio il Napoli, in questa corsa dichiarata al terzo posto, l’obiettivo minimo di una stagione che non può essere archiviata a ottobre. Le pause, a volte, possono rivelarsi un disastro per i rapporti un po’usurati, come quello che vivono Mazzarri e la curva interista. Oppure un toccasana, come potrebbe essere per Benitez che dal suo presidente De Laurentiis ha incassato vagonate di complimenti, quando si sono rivisti dopo un sano distacco. Più che il riposo, ha potuto la lontananza. Il Napoli s’è visto restituire dal lungo intervallo occupato dalle nazionali due campioni che parevano essersi smarriti: Higuain e Hamsik hanno riconquistato sorrisi e fama da goleador. Vederli esultare procura un piacevole contagio: insieme costituiscono la forza della squadra, il valore aggiunto che nessun altro può dare. Il capitano soprattutto è tornato leader, l’attaccante è tornato bomber: un recupero di identità che ha trasmesso anche a chi è restato a Castelvolturno un po’di sana passione. Di questo ha bisogno il Napoli e, forse per la prima volta, anche i suoi tifosi ne sentono un’impellente necessità: avvertono tutti l’esigenza di grandi sfide del clima da scontri d’alto livello. Inter-Napoli può esserlo per un’infinità di ragioni. Lasciando in pace i ricordi legati a Maradona, che a Milano ha sempre vissuto pomeriggi caldissimi, pure il recente passato ha consegnato degne memorie. Per i due allenatori, poi, questa non è mai una partita come le altre, figurarsi ora che c’è da riconquistare l’entusiasmo popolare. Da sempre questa è la fissa di Lorenzo Insigne, l’unico napoletano (e spesso l’unico italiano) del gruppo. Vincere per il Napoli gli consegna energie speciali, ecco perché proprio alla vigilia dell’Inter, quasi per auto-caricarsi, racconta che (da ragazzino) venne scartato da miopi osservatori interisti: troppo basso, sentenziarono, e quella bocciatura ancora gli procura un certo fastidio. Da sfogare alla sua maniera, senza nascondersi. Una galleria di personaggi in cerca di nuova consacrazione che si consegna alla domenica sera, il momento di massima audience per il campionato, e anche questa è una responsabilità verso il calcio italiano che rende inutile il pareggio.

Fonte: Il Mattino

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