E ora si può, anzi si deve, aspettare. Senza stress né l’ansia di fare quel che ora non è previsto. Ma che pure potrebbe essere utile. E allora attesa. Per strategia. Però attiva. Guardandosi intorno, monitorando, stando lì in agguato, che l’affare può sempre scapparci. Perché il mercato è lungo e non sai mai cosa è che ti riserva. Strinc è del Napoli. Gabbiadini, pure. Ma quasi. Tutto fatto. Però c’è la burocrazia, i tempi da rispettare e i formalismi. Presto, prestissimo le firme. E l’annuncio. Poi il resto. Quel che potrebbe essere. E che se non è, non sarà un dramma. C’erano due colpi da fare: a segno. L’esterno mancino e il tuttofare d’attacco. Tredici milioni d’investimento. Con una conferma: il Napoli è tra le società che più spende a gennaio. Circa 60 milioni in sei anni: e chi dice che sia finita… Oggi per domani. Il lavoro è sempre prospettico. Il seme che si butta adesso può fiorire anche a giugno.
E a destra, un fiore deve spuntare. Mesto e Maggio in scadenza: non rinnoveranno. L’abbraccio di Piazza del Plebiscito è parso un saluto reciprocamente affettuoso. Ne arriverà qualche altro. Magari stringendosi la mano già adesso. Giulio Donati è il giovane che è diventato grande. Ventiquattro anni soltanto. Ma da uno e mezzo è al Leverkusen: le 9 presenze in Champions sono come una rughetta sulla carriera. Esuberanza e carattere sulla fascia. E un procuratore che è lo stesso di Gabbiadini. L’approccio c’è già stato. Uno scambio di idee e informazioni. Perché è sempre meglio avere un ventaglio di opzioni. E il Napoli ce le ha. Darmian resta il profilo ideale. E infatti c’è la concorrenza per lui. Il rischio di un’asta. Pure se Zapata a giugno potrebbe essere moneta contante. Da far uscire, ma pure blindare in cassa. Si vedrà. Certezze, mai. Oggi è 2 gennaio, un’etenità ancora per il mercato. Nomi, possibilità, identikit più o meno perfetti. Widmer dell’Udinese piace eccome. E quel Meunier del Brugges è un prospetto interessante. Il Napoli si muove a destra. Ma pure al centro. In mezzo. La cessione di Henrique all’International di Porto Alegre non si sarebbe mai fatta in prestito. E per ora neanche di quella a titolo definitivo c’è sensazione. Come a centrocampo. Incastri, equilibri, valutazioni a lungo raggio. Qualcosa (qualcuno) può sempre uscire. Inler ha un anno e un po’ soltanto di contratto. E su Gargano le solite, tante voci. Più forti e insistenti di un rendimento pressocché eccellente. Nessuno è in vendita. E se arrivasse una proposta choc, sai quante idee: Camacho, Suarez e un’agenda lunga anni di osservazioni e missioni esplorative nel mondo. La sintesi: Strinic e Gabbiadini sì. Poi un mese per riflettere, considerare e (per i tifosi) sognare.
Fonte: Corriere dello Sport
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