Di tanti capelli ci si può fidare. E Lorenzino il Magnifico ha un giardino fitto fitto e scuro sulla sua giovane testa piena di mortaretti colorati, mentre cammina appresso a monsieur Marcò, in questo senso l’eccezione che conferma la regola… A inizio di un pomeriggio carico di pioggia, Insigne e Verratti, i due insieme, vanno verso lo spogliatoio di Coverciano, di nuovo vicini, come se qui fossimo a Pescara. Ma in fondo al campo centrale ora non c’è Zeman ad attenderli ma Cesare Prandelli; e in fondo a questa settimana c’è la Nazionale che gioca per il mondiale, a Sofia. Lì, nella capitale bulgara, giusto 18 anni fa, il 13 settembre, Alessandro Del Piero segnò, con la Juve, il suo primo gol europeo (al Cska); venerdì Lorenzo Insigne, a quelle latitudini propizie per il suo idolo, potrebbe conoscere la sua prima volta con l’Italia dei grandi. E magari fare come Alex. Sì, sono giorni magici per il ragazzo di Frattamaggiore. Il ct vuol cambiare la sua Nazionale, lo vuol fare anche nel segno di questa generazione di giovani attaccanti trovati, non perduti, che ha nel bomberino napoletano uno dei suoi alfieri riconosciuti. E’ tutto aperto, tutto da definire. Ma Prandelli, voltando pagina, assente giustificato Balotelli, escluso coscientemente Cassano, non è mai stato così aperto nelle proprie decisioni: «Davanti gioca chi sta meglio» il senso del ragionamento. Tutto può succedere. Ci sono qui, detto all’ingrosso dato che molti hanno la duttilità tattica tra le proprie caratteristiche, tre prime punte, Osvaldo, Pazzini e Destro, e tre seconde punte, Giovinco, Insigne e Borini. Bisogna ricordare, per quanto riguarda il reparto offensivo, che c’è anche Diamanti, apparso in forma smagliante contro il Milan (e Alino tornerebbe buono in un eventuale 3-5-1-1 o in un 3-4-1-2). Ma restando sul probabile, si può ragionevolemente pensare a un’Italia con due punte. In questo caso Osvaldo parte in vantaggio sugli altri come centravanti, almeno nelle sensazioni del ct, mentre Insigne, pur essendo l’ultimo arrivato in senso letterale, non parte escluso, anzi…
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