Segnali, sospetti e qualche piccolo rancore. Né il Napoli, né Mazzarri si sono promessi fedeltà reciproca per chissà quanti anni; nessuna delle due parti ha fin qui nascosto la possibilità di un divorzio, secondo quanto previsto dal fatto che la scadenza del contratto è fissata a fine stagione. Nessuno ha smentito quello che non può essere smentito. Del resto, il presidente De Laurentiis è il primo a sapere che Mazzarri da tempo pensa all’eventualità di potersene andare, cercando nuove opportunità professionali. Negli ultimi due anni il patron ha più volte scongiurato l’addio: «I contratti vanno rispettati e onorati – spiegò De Laurentiis lo scorso anno – Se Mazzarri ha cambiato idea deve comunicarmelo. Come diceva Totò: ”Siamo uomini o caporali?”». Mazzarri non cambiò idea.
Ma dodici mesi fa le cose erano diverse: il tecnico e il presidente, pur se quasi separati in casa -con Bigon abile cucitore- erano legati da un contratto. Questa volta no. De Laurentiis non ha mai avuto intenzione di rinunciare a Walter Mazzarri che cominciò l’avventura a ottobre 2009. E neppure quest’anno ce l’ha, neanche adesso che il tecnico si lascia lusingare dall’interessamento dell’Inter e forse anche della Roma. Mazzarri non ha ancora fatto sapere le sue intenzioni. Certo comincia a mettere in conto, De Laurentiis, che si potrebbe anche arrivare a un addio. Ovvio, è possibile che possano anche essere iniziate solo le scaramucce per il rinnovo del contratto perché Mazzarri e De Laurentiis dovranno parlare di ingaggio: che ora si aggira intorno ai due milioni.
Si sono incontrati dopo Napoli-Roma, con Bigon, per definire le strategie del mercato. Poi, di sfuggita subito dopo la gara con la Sampdoria, quando il presidente è sceso negli spogliatoi e ha dedicato al suo tecnico qualche minuto. Quando De Laurentiis nel maggio 2011 tenne il discorso a centrocampo per la zona Champions conquistata, la prima cosa che disse fu: «Grazie Mazzarri». Gli riconosce molti meriti. Anche se il patron preferirebbe vedere più giovani. Come Verratti, per esempio, che De Laurentiis aveva bloccato a giugno, anticipando tutti i concorrenti. In un’intervista paragonò Walter a Sean Penn: «È abbastanza incazzoso e a me va bene». Con il toscanaccio, che il presidente disse di aver scelto personalmente, l’idillio sembra compromesso. Caratteri tosti entrambi. Eppure De Laurentiis fatica a mollarlo. Dopo la finale di Coppa Italia ridimensionò: «Siamo in perfetta sintonia su tutto. Ho anche avviato una negoziazione con Mazzarri per il prolungamento del suo contratto di un ulteriore anno». La cosa poi svanì. Nel frattempo tutti i maligni si interrogavano sul perché il presidente De Laurentiis avesse sentito Zeman, come l’allenatore boemo in persona rivelò. Il patron non ha mai nascosto la stima per il suo allenatore: «È il nostro valore aggiunto», disse nell’aprile del 2011. E Mazzarri sui suoi rapporti col presidente spiegò: «Sono buoni. Ma all’esterno c’è un gioco ad alzare sempre l’asticella». Per questo De laurentiis non ha pensato a un eventuale successore di Mazzarri. Ma è una attesa che non sarà eterna.
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