Esserci e non esserci, questa è la differenza. Esserci, come otto mesi fa, è una soddisfazione (innanzitutto) morale per Goran Pandev, che si lascia alle spalle l’infortunio d’inizio ottobre rimediato con la sua Nazionale immediatamente dopo il blitz di San Siro, si rimette la tuta addosso e carica la valigia di speranza ma anche eventualmente dei segreti utili a Mazzarri per definire la strategia per affrontare il Bayern: nella lista dei convocati c’è pure il macedone, non stupito ma felice di riannusare il profumo di quell’erba così verde, a marzo scorso, con un 2-3 strappato dal suo sinistro per portare l’Inter ai quarti di Champions. Non esserci, maledizione, è questo il problema di Paolo Cannavaro, vittima dei «gialli», squalificato e costretto a starsene in divano, a casa, in compagnia di amici invitati per l’occasione, l’unica contromossa per sfuggire alla malinconia d’una serata così chic: niente Monaco, niente volo, meglio starsene a Castelvolturno ad allenarsi, per prepararsi alla Juventus. Esserci: ma che bello, e che sorpresa, per Massimiliano Ammendola, ventuno anni, centrocampista che si prende la sua maglia con il numero 90 e se la tiene stretta. Perché la prima volta nell’Allianz è da conservare per l’eternità. Esserci, questa è gioia.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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