L’ultimo stadio in realtà è sempre il penultimo o magari eternamente lo stesso: però stavolta bisogna accelerare e scrollarsi di dosso in maniera imperiosa la burocrazia ed intervenire (ma seriamente). L’ultimo stadio, che poi è il san Paolo, è un impianto che avverte il peso degli anni – e sono cinquantacinque – che ha crepe ovunque, persino nelle modalità per tenerlo in piedi, per farlo vivere (bene) e lasciandogli addosso l’abito giusto. «Il Napoli giocherà a casa sua sin dal preliminare». L’ultimo stadio dunque tale resterà e fa niente se nel carteggio (per obblighi) c’è l’alternativa «Favorita» e se la convenzione, scaduta l’altro ieri, è distante dal rinnovo ed è stata prorogata (appena) di due mesi: verba volant, vero, ma stavolta «manent», perché ciò che confessa a Kiss Kiss Attilio Auricchio, il capo Gabinetto del Comune, sa di certificazione e non di promessa. «I tifosi vanno rassicurati: si sta lavorando in maniera serrata, perfettamente in linea con le aspettative della gente; e con la società sportiva calcio Napoli si cercherà di trovare una soluzione. L’obiettivo dell’amministrazione comunale è il riammodernamento del san Paolo e l’accordo passa da quest’obiettivo strategico principale».
COUNT DOWN. Però bisognerà fare in fretta, per non ritrovarsi poi denudati della «proprietà»: perché la legge è uguale per tutti e tra le pieghe dei regolamenti c’è l’obbligo per le società di garantire la disponibilità dello stadio per l’intera stagione. La convenzione per sessanta giorni è insufficiente ed è semplicemente soluzione-ponte, serve per affrontare l’emergenza e per garantire l’allestimento delle amichevoli d’inizio stagione: ma il campionato comincia a fine agosto e il preliminare di Champions è in calendario tra il 19 (o il 20) e il 26 (o il 27). Però prima, molto prima, servirà rassicurare la Lega e l’Uefa, presentare il nuovo carteggio e, magari, anche un san Paolo rimesso a nuovo, o almeno sistemato nelle emergenze: venerdì ennesimo sopralluogo, ma non basterà; perché poi le parole andranno sostenute con i fatti e per non ritrovarsi a Palermo, sarà indispensabile aver chiuso felicemente la trattativa che consegnerà il san Paolo al Napoli. Ch’è l’ultimo stadio e però non può essere l’unico, almeno non fino a quando ci sarà il via libera.
Fonte: Corriere dello Sport
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