All’attacco: perché Madame è scappata via, più sette, e l’autostima richiede una iniezione di fiducia e di coraggio. All’attacco: mescolando il Napoli, risistemandolo ovunque, dotandolo di freschezza e di muscoli, di talento e di imprevedibilità, di pathos (emozionale) creato attraverso i «duelli».
All’attacco: con Insigne al fianco del matador, con due ali (praticamente) nuove per volare ancora, per restare aggrappati ad un sogno e per cancellare (ma sul serio) le sconfitte con il Viktoria Plzen e l’eliminazione in Europa League.
Zuniga ha smesso di essere brillante da qualche settimana ed Armero s’è invece impossessato della condizione giusta: Udine è stata casa sua, ha stimoli rilevanti ed una occasione da sfruttare per farsi rimpiangere. A sinistra, dunque, sarà staffetta colombiana. Ma pure a destra c’è una luce intermittente: è quella di Christian Maggio, che con il tutore alla mano destra sembra a disagio.
Mesto offre le garanzie che vengono ritenute sufficienti a Mazzarri e dunque pure la «catena» di destra è modificata. In mezzo, stavolta (quasi) senza dubbio, Behrami a far legna e Inler a dettare i tempi del gioco in uno stadio che non sembra gli sia più amico, dopo il congedo di due estati fa.
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