Una media da retrocessione. Dodici punti appena in altrettante gare disputate nel girone di ritorno, così alla vigilia della sfida verità con il Modena, in programma giovedì sera (20.45) al Romeo Menti, la Juve Stabia scopre che non bastano più le buone prestazioni, che non basta solo arrabbiarsi, spesso a ragione, per i maltorti arbitrali, e che serve una svolta vera, una sterzata al campionato per evitare di ritrovarsi, in tempi brevi, nell’inferno della lotta playout. Da oggi in ritiro, per espresso volere del tecnico, la squadra cercherà di ritrovare serenità mista ad entusiasmo, cattiveria agonistica mista a determinazione, tutte cose che, numeri alla mano, i gialloblù sembrano aver smarrito da tempo.
Tre le vittorie dopo il giro di boa, ben sei i pareggi, con quattro sconfitte, uno score che lascia sicuramente amaro in bocca per come si sono evoluti certi risultati. Dalle soluzioni di Braglia, che nelle ultime gare ha prima deciso di tenere fuori Bruno per scelta tecnica (salvo ritrovarselo infortunato domenica Reggio), poi di fare a meno di Cellini, lasciato in panchina per un 4-3-3 senza attaccanti di ruolo (Mbakogu è ancora alle prese con noie fisiche che gli impediscono di giocare con regolarità), fino agli errori della difesa, che nella seconda metà del campionato ha già incassato diciassette reti, vuoi per errori dei singoli, con Nocchi e Seculin troppo spesso finiti sul banco degli imputati.
Così, in tanti, al ritorno dalla trasferta di Reggio, nell’avallare le critiche alla squadra, hanno anche criticato la società per le scelte operate sul mercato di gennaio. Suciu, dopo l’exploit a Vicenza, non ha saputo ripetersi; Verdi continua a palesare grande tecnica ma poca concretezza e ai più è tornato subito alla mente che ancora oggi il vero bomber della squadra resta un certo Danilevicius, spedito soprattutto per questioni di bilancio in Lega Pro, al Latina. «Mi dispiace sapere di essere ancora l’attaccante più prolifero (7 reti) – dice con un pizzico di amarezza l’attaccante lituano -, vuol dire che la squadra ha avuto qualche difficoltà in questo girone di ritorno». Via Danilevicius, via Erpen, via soprattutto uno come Maury che nei momenti topici sapeva come prendere la squadra per mano, il campo sembra aver decretato che l’esperienza, nei momenti difficili, può fare la differenza. «Non credo si possano addossare colpe a chi è andato via – prosegue Danilevicius -, sono state decisioni della società. E magari in quel momento, per la situazione di classifica, per come stava rendendo la squadra, potevano essere anche giuste. Ripeto, mi dispiace, perché conosco il valore dei ragazzi, del gruppo, e so che possono superare queste difficoltà. Hanno tutto per farlo. Braglia è un tecnico navigato, da parte mia un grande in bocca al lupo a tutti e l’invito ai tifosi ad essere vicini alla squadra. Sono loro che possono fare la differenza nella lotta salvezza».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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