Smaltito il pieno d’euforia, riecco il campionato. Sette partite (match di ritorno col Villarreal compreso) in 25 giorni. Il che vuol dire una partita ogni tre giorni e mezzo. E tanto per gradire, dopo la fantastica ma anche faticosa notte con il City, domani l’Atalanta e martedì la Juve. Il che, propositi di “vendette” a parte (Marino, Denis e Cigarini), vuol dire incrociare nel giro di 72 ore appena, una delle squadre più in forma del momento – senza la penalizzazione l’Atalanta sarebbe al quinto posto con 19 punti, a tre dalla vetta e quattro più del Napoli – e poi la capolista nel recupero di quell’undicesima giornata non disputata per la pioggia e per giunta avvelenata da inutili polemiche.
IL SOLITO DILEMMA – Calcio a ciclo continuo, quello azzurro. E allora ecco rispuntare il solito dubbio: turn over o non turn over? E se turn over dovrà essere, sarà parsimonioso oppure generoso? A Napoli – e per il Napoli – non è roba da poco. Per quanto accaduto nel recentissimo passato e anche per l’assenza di facili e abbondanti alternative, infatti, l’interrogativo fa tremare. Ma l’impressione è che stavolta Mazzarri non rivolterà la squadra. Niente rivoluzioni come a Verona contro il Chievo, dove furono addirittura sette i cambi, e neppure esperimenti, come contro il Catania, dove Santana giocò da centrale in mezzo al campo. Proprio no. Seppure Mazzarri non abbia ancora dato indicazioni ai suoi, l’ipotesi più probabile è che rispetto alla squadra che se l’è vista con il City i cambi saranno mirati e limitati all’essenziale. Al necessario.
UNA SOLA CERTEZZA – Di scontato c’è soltanto il riposo di Inler (colpito duro al fianco nel match di coppa e per questo costretto ad uscire in anticipo dal campo) e la promozione di Dzemaili a titolare. Staffetta svizzera, dunque, a centrocampo. E su questa stessa linea potrebbe esserci un’altra novità. Pronto al rientro, infatti, c’è Zuniga. Il colombiano è candidato a sostituire uno degli esterni. Ma più Maggio che Dossena, visto che il primo ha nelle gambe anche le fatiche della Nazionale.
ANCHE IN DIFESA – Il terzo e probabilmente ultimo cambio potrebbe esserci in difesa. Qui è pronto a rientrare Fernandez. Sulla destra, oppure al centro. Anche se i precedenti – ma è soprattutto una curiosità, una infelice coincidenza – non sono incoraggianti. Due volte, infatti, Fernandez ha sostituito Campagnaro e due volte il Napoli le ha prese (contro il Chievo e contro il Catania), mentre una volta ha dato il cambio dall’inizio a Cannavaro e fu 0-0 a Cagliari.
RISCHIO LAVEZZI – Ecco, se ci sarà turn over, probabilmente, almeno dall’inizio, non andrà al di là di questo. Nonostante la diffida e il pericolo di un altro cartellino giallo che farebbe scattare la squalifica, infatti, Mazzarri non sembra intenzionato a privarsi di Lavezzi, il quale, nonostante i troppi errori sotto rete, con i suoi guizzi e la sua rapidità resta imprescindibile nel gioco d’attacco degli azzurri. Segno, la conferma del Pocho, dell’importanza che il Napoli riconosce alla partita con i bergamaschi. Del resto basta dare uno sguardo ai conti azzurri: già troppi punti sono stati sprecati in campionato e non se ne possono regalare altri. Anzi, Atalanta permettendo, è arrivato il tempo di cominciare a recuperarli.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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