Un anno, una storia da brividi: perché in quel passato che riemerge, infilandosi dentro con la testa, l’Insigne ch’emerge è un campioncino tutto d’un pezzo, un fenomeno da manipolare con cura per lasciarlo poi esplodere definitivamente. Un anno, un campionario d’emozioni vive: un album intero da rileggere lasciando vibrare il corpo e l’anima, prendendosi tutto e non scartando assolutamente nulla, guardandosi allo specchio e mostrandosi fiero di sé. Le favole esistono e quel giocoliere delle emozioni (le proprie e quelle altrui), ora se ne sta sul ciglio dell’Europeo e prepara l’ultimo assalto per coronare una stagione a modo suo memorabile, in cui c’è la promozione in serie A (con il Pescara), il debutto da titolare in A (con il Napoli), la sua prima rete tra i «grandi» (contro il Parma), il debutto in Nazionale, la qualificazione in Champions e la dimostrazione lampante offerta a più riprese di non essere un intruso. Anzi. Ma un Insigne (piccolo) professore che nel personalissimo calendario vuole inserire un’altra data da offrire poi a Benitez.
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